L'AQUILA Si fermano di nuovo i bus pubblici, questa volta per 8 ore. Lo sciopero del personale Ama è in programma nella giornata di domani. Sul tavolo ci sono ancora il rispetto degli accordi siglati e la mancata chiarezza sulla fusione dell'azienda per la mobilità cittadina con quella regionale Tua. Neanche l'incontro con i vertici aziendali ha aperto spiragli: «Ci siamo sforzati. Abbiamo percorso con impegno, nonostante un clima non favorevole, alimentato da chi altre responsabilità dovrebbe assumere», dicono Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Faisa-Cisal e Ugl e le Rsa, «la strada del dialogo e della condivisione. Lo abbiamo fatto dopo un primo sciopero di quattro ore. Con responsabilità abbiamo accolto la convocazione ricevuta, convinti di poter ritornare a condividere scelte necessarie. Abbiamo purtroppo dovuto constatare un'avversione al rispetto delle regole, da noi già denunciata, che assume il sapore antico, anacronistico e inaccettabile, delle decisioni assunte in spregio alle norme e alle necessità. Questo il livello delle relazioni industriali in Ama». Secondo i sindacati, «non c'è nulla di nuovo rispetto al panorama nazionale. Sempre più uomini soli al comando. Sempre più l'apparire conta più del fare. Noi non ci stiamo. Non accettiamo, quindi, la prepotenza, la prevaricazione, l'autosufficienza. Noi ci confrontiamo, ma per farlo rivendichiamo alcune condizioni essenziali: rispetto dei ruoli, degli accordi condivisi e, soprattutto, rispetto dei lavoratori. Oggi queste elementari condizioni non sono presenti in Ama. Azienda pubblica nata e cresciuta per offrire un servizio essenziale ai cittadini aquilani e trasformata, nonostante le nostre denunce, in palcoscenico di ambizioni personali ingiustificate e inaccettabili. Azienda che si distingue per il mancato rispetto degli accordi sottoscritti e per annunci mirabolanti mai praticati e realizzati, mentre, miseramente, la condizione del servizio, dei mezzi e della gestione del personale, a nostro avviso, è quantomeno insufficiente». Nel frattempo, accusano le sigle sindacali, «si continua a ostacolare l'unico percorso credibile per il futuro della mobilità della città e cioè la fusione nell'azienda regionale Tua, disertando incontri convocati, tenendo ancora la discussione al livello tecnico, evitando cioè la scelta necessaria, scelta politica conseguente agli impegni assunti e più volte resi pubblici. Lo si fa non perché si immagina un possibile autonomo futuro migliore. Lo si fa, a nostro avviso, mantenendo una condizione che penalizza tutti, a vantaggio di pochi, per non dire di singoli».