TERAMO Teramo perde 10 milioni di euro, o almeno una gran parte. I fondi destinati alla funivia che avrebbe dovuto collegare la città all'Università, andranno altrove. Lo annuncia la Provincia: «dopo il no ufficiale al progetto del Comune di Teramo, la Regione, con una delibera del 9 maggio, ha rimodulato i fondi del Masterplan redistribuendoli su varie voci di spesa sempre riguardanti l'asse "mobilità e trasporti"».In particolare sono stati suddivisi in voci generiche che non lasciano intendere interventi certi nel Teramano: 3 milioni sono destinati al "completamento copertura finanziaria per infrastrutture dedicate alla trasportistica innovativa al servizio delle aree urbane della regione", 2,5 milioni alla "delocalizzazione di infrastrutture energetiche veicolo di detrazione ambientale, funzionale al recupero della vivibilità ambientale nella realtà urbana", 400mila euro al "recupero di infrastrutture culturali al servizio della collocazione turistica di particolare pregio ambientale", 1,6 milioni al "completamento di infrastrutture viarie in sistemi produttivi attivi da più di 20 anni", 2,5 milioni al "completamento di investimenti che aumentano la capacità di collocazione turistica ambientale e culturale dei territori di pregio della regione Abruzzo".«Una vicenda gestita molto male dall'amministrazione comunale di Teramo», commenta il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, «che da subito ha assunto una posizione pregiudiziale senza avviare un tavolo di trattativa con proposte alternative possibili; che ha rifiutato il dialogo con l'università impedendo al rettore di illustrare progetto e motivazioni in consiglio comunale; che ha preferito giocare di demagogia chiedendo che i finanziamenti venissero utilizzati per le scuole ben sapendo che i fondi destinati ad un asse, in questo caso alla mobilità e alla trasportistica non possono essere spostati su un'altra voce. Tanto peggio tanto meglio, piuttosto che ragionare, progettare e programmare e ora la città, i teramani, hanno dieci milioni di meno. Una vicenda paradossale considerato che questi, probabilmente, saranno gli ultimi fondi strutturali europei diretti di cui potremo beneficiare».Di Sabatino ha già chiesto al governatore Luciano D'Alfonso di ridistribuire i fondi nel Teramano. Adesso, secondo il presidente, bisogna aprire subito una partita con la Regione per la destinazione dei fondi rimodulati. «I fondi per progetti di mobilità in aree di pregio turistico chiederò che vengano destinati alle stazioni di Prato Selva e Prati di Tivo: ci sono degli impianti che stanno vivendo criticità per gestione e manutenzione. Altri fondi potrebbero poi essere destinati ai porti di Giulianova e Roseto, oltre che alla viabilità».
Il sindaco Brucchi: «È uno scippo». Gatti: una punizione per il no deciso dal consiglio comunale. Le reazioni contro D'Alfonso
TERAMO I dieci milioni di euro volano altrove e in Comune si grida allo scippo. Non usa mezzi termini il sindaco Maurizio Brucchi per esprimere la sua indignazione nei confronti della Regione che ha scelto di destinare ad altri territori il finanziamento accantonato nel Masterplan per il progetto della funivia bocciato dal consiglio. «E' un fatto di gravità inaudita, Teramo viene ancora una volta ignorata» attacca, «era già successo al momento della stesura del piano regionale in cui era stata del tutto esclusa la partecipazione del Comune». Brucchi ricorda che gli interventi inserti nel Masterplan gli furono annunciati dal referente teramano della Regione, il rettore Luciano D'Amico, sabato mattina per il lunedì successivo, quando le scelte sarebbero state ufficializzate. «Il consiglio, in applicazione delle regole democratiche, si è espresso ad ampia maggioranza ritenendo che la funivia non fosse una priorità», ricorda il primo cittadino, «e considerata l'emergenza dovuta al terremoto ha chiesto che il finanziamento fosse destinato alle scuole». Brucchi ricorda di aver sottoscritto un emendamento, che dava seguito al pronunciamento consiliare, insieme al presidente della Provincia Renzo Di Sabatino. «Ora lui, per un discorso di parte, bacchetta me e il consiglio, compreso il gruppo del Pd», insiste il sindaco, «e propone soluzioni alternative probabilmente per interessi elettorali». Il primo cittadino chiama a raccolta alleati e avversari. «Mentre noi discutiamo di questioni politiche, ci scippano un finanziamento importante», osserva, «mi aspetto una presa di posizione da parte della politica teramana: quei soldi devono restare sul nostro territorio». La decisione unilaterale della Regione, secondo Paolo Gatti, è «la conferma più clamorosa dell'andazzo che va avanti da tre anni e dell'idea curiosa dei rapporti istituzionali» applicata dal governatore Luciano D'Alfonso. «Si voleva imporre un'opera alla città, calandola dall'alto», rileva il consigliere regionale, «e nel momento in cui il consiglio comunale ha detto che non era quella l'urgenza è scattata la punizione».