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Data: 14/05/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
La Ruzzo: «Lavori immediati o perderemo l'uso dell'acqua»

L'acqua a Teramo e provincia è potabile ma si rischia di perdere la captazione proveniente dal laboratorio del Gran Sasso, se entro il 31 dicembre di quest'anno, data di scadenza della concessione provvisoria alla Ruzzo reti non si apportino i lavori di messa in sicurezza su tunnel autostradale e sulla stessa creatura di Antonino Zichichi, troppo vicini ai bacini idrici e quindi fuori norma. Finora i lavori sono stati realizzati solo in parte. A fine anni '60 ed inizi anni 70 si procedette lo stesso coi lavori intimando per il futuro diverse prescrizioni che finora non sono state tutte rispettate. «Del Resto tuona Antonio Forlini, presidente della Ruzzo reti spa i sindaci del Teramano sono pronti a scendere sul piede di guerra, alcuni hanno chiesto provocatoriamente la chiusura dei laboratori». E come spiega anche il sindaco di Teramo Brucchi «noi primi cittadini mettendo sulla bilancia i due pesi, acqua e infrastrutture, propendiamo sicuramente per il primo».
Gli uffici della Regione dunque potranno in via teorica anche non rinnovare la concessione della sorgente all'ente gestore alla Ruzzo reti: «Da qui al 31-12-2017 deve essere fatto un percorso che chiarisca perché si proroghi la concessione prosegue Forlini - quindi bisogna fare lavori di adeguamento, rendendo compatibile la captazione idrica con la presenza di autostrada e laboratorio». Quanti milioni di euro occorrerebbero? «Non ho la più pallida idea, questo è anche il compito del tavolo tecnico istituito in Regione, affinché si individui anche gli approvvigionamenti finanziari». Se non si dovessero rispettare i termini c'è l'eventualità che Teramo possa essere servita dal potabilizzatore, con acqua di inferiore qualità, un'idea però per Forlini da non poter prendere nemmeno in considerazione «perché il suo uso viene dettato solo da casi di emergenza».
Ma i sindaci teramani non vogliono perdere l'acqua che finora hanno avuto: questa la loro priorità. La captazione che viene fatta sotto il laboratorio è pari a 100 litri al secondo (che potrebbe da sola servire ampiamente una città come Teramo) «non enorme dunque, sui 900 captati nel resto del Gran Sasso e che provengono da sopra le canne autostradali».
ALTERNATIVE
Quindi una sorgente di cui poter fare a meno? «Solo nell'ipotesi che non venga messa in sicurezza chiude Forlini. Nell'assemblea dei sindaci di ieri, svoltasi nella sede della Ruzzo reti, è stato stilato un documento che verrà inviato agli uffici regionali. Nella vicenda dell'acqua al toluene il sindaco di Teramo dichiara che «tutti hanno fatto una brutta figura, l'acqua è potabilissima e alla luce di ciò bisogna stilare un protocollo che riguarda le emergenze per evitare in futuro queste figuracce, perché alla fine i cittadini non si fidano più delle istituzioni». Brucchi chiede che i controlli vengano pure migliorati: «Non ci si può fidare di uno che controlla a naso l'odore oppure il colore: bisogna ridurre subito la vulnerabilità della captazione».
Nella riunione della Commissione tecnica per la messa in sicurezza del bacino idrico, convocata dal vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, avuta a Palazzo Silone, ci si è impegnati affinché il Dipartimento Opere Pubbliche della Regione e Arta redigano un Protocollo che regoli le attività del Laboratorio del Gran Sasso-Infn e della società Strada dei Parchi, vincolandoli ad una preventiva valutazione e autorizzazione dei diversi soggetti coinvolti, indicando l'acquisto di nuove strumentazioni di analisi per i contaminanti più moderne e più veloci e redigendo uno studio per la messa in sicurezza.

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