ROMA Il piano Renzi per Alitalia non esiste. Anzi c'è. Coincide sostanzialmente con quello che i tre commissari, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Palmieri, d'intesa con il governo, stanno mettendo a punto in queste ore. Dal Pd arriva quindi una mezza retromarcia rispetto all'annuncio dell'ex premier che, come si ricorderà, aveva indicato l'arrivo di una proposta concreta poco meno di 15 giorni fa. Questo non significa che il segretario non segua da vicino il dossier. Tutt'altro. Oltre che con Gentiloni, i contatti con i ministri delle Infrastrutture Graziano Delrio e con quello dello Sviluppo, Carlo Calenda sono costanti, così come quelli con Luigi Gubitosi che coordina il pool di salvataggio. Renzi, ed è questa la novità più importante, continuerà a sondare il mercato alla ricerca di un partner industriale. Insomma, non rinuncerà a fare il playmaker e, sopratutto, cercherà fino all'ultimo di evitare nuovi sacrifici per i dipendenti. L'interlocutore privilegiato resta Lufthansa che ha chiesto all'ex premier due cose: pax sindacale e taglio in profondità dei costi, prima di avanzare una proposta. Ed è su questo si sta ragionando.
La linea del Pd è chiara. Bisogna partire, ha ricordato il portavoce di Renzi Michele Anzaldi, nonchè deputato della Commissione Trasporti, dai risparmi sui contratti in essere: leasing, carburante e fornitori, cancellando gli errori del vecchio management. Musica per le orecchie dei commissari che proprio da qui hanno iniziato a lavorare. «Perchè - ha spiegato Gubitosi - ci sono contratti di copertura del costo del carburante superiori del 20% rispetto al mercato che vogliamo sciogliere». Un'operazione che farebbe risparmiare circa 120 milioni. Anzaldi osserva che bisogna evitare lo scontro con i dipendenti, scontro che potrebbe pregiudicare l'operazione di salvataggio. Possibile quindi che il governo Gentiloni faccia pressioni per prolungare il vecchio contratto che scade a fine maggio, scongiurando così scioperi nella stagione estiva. Del resto, spiega sempre Anzaldi, gli stipendi medi di hostess, piloti e personale di terra sono sotto la media europea e incidono sul bilancio complessivo solo per il 16,5%. L'invito del Pd, che ha chiesto a Delrio e Calenda di muoversi in questa direzione, è quindi esplicito: mettere mano ai costi del leasing (+11% rispetto alla media), alla manutenzione degli aerei (+24%), handling e assistenza passeggeri (+20%), biglietteria (+15). Pulendo in profondità il bilancio. Poi si penserà al resto. Ovvero a coinvolgere i tedeschi a cui fa gola la nostra ex compagnia di bandiera. Sempre ieri Delrio ha confermato che il 17 ci sarà la riunione con i commissari per la validazione del bando. E a chi gli chiedeva se ci saranno cordate, come scritto proprio nel bando anticipato dal Messaggero, il ministro ha risposto che «siamo aperti a tutte» le soluzioni.
I PALETTI A Report, che ha sollevato il caso di una presunta incompatibilità del neo-commissario Laghi, fonti vicino al professionista precisano che «non ha mai avuto funzioni di gestione della compagnia aerea e non ha mai ricoperto ruoli di amministrazione, direzione o controllo di Alitalia-Sai».