Respinge qualsiasi tipo di accusa la senatrice del Pd, Stefania Pezzopane, tirata in ballo o almeno queste sono le indiscrezioni dalle dichiarazioni rese da Angelo Capogna, l'imprenditore ciociario che opera nel campo della pubblica illuminazione che avrebbe descritto agli inquirenti un sistema Marsica di appalti truccati e favori in cambio di lavori. Accuse che hanno portato a perquisizioni e all'iscrizione sul registro degli indagati di 36 persone, tra amministratori, ex, professionisti e tecnici, in particolare della Marsica. Non è il caso della Pezzopane, che al Messaggero afferma di non aver ricevuto ad ora alcun avviso di garanzia. La violazione che le sarebbe contestate riguarderebbe ma sono ipotesi da verificare la legge numero 195 del 1974, quella che regola il finanziamento ai partiti. Ci sarebbe, per questo, un fascicolo autonomo aperto dalla Procura dell'Aquila per competenza territoriale (il fatto si sarebbe verificato qui) dopo aver ricevuto gli incartamenti l'11 aprile da Avezzano.
«NESSUN AVVISO DI GARANZIA»
«Non ho ricevuto nulla, non so nulla di questa vicenda. Non ricordo di aver mai conosciuto o incontrato Capogna, e se l'ho incontrato l'ho fatto per motivi diversi da quanto viene ipotizzato. Nella quotidianità di un amministratore esistono interlocuzioni con decine di aziende e imprese. Certo è che qualsiasi riferimento a comportamenti illeciti riceverà da parte mia una gigantesca denuncia per calunnia». La Pezzopane evidenzia chiaramente lo sconcerto anche per la tempistica della vicenda: «Pare siano fatti relativi al 2010 (fino al 29 marzo di quell'anno la Pezzopane era Presidente della Provincia, ndr) e che escono fuori adesso. Forse a qualcuno fa comodo tirarmi dentro in una vicenda che non mi riguarda proprio. Se c'è un'indagine voglio essere tutelata, è bene che la Magistratura vada a fondo e scopra la verità subito. Io so quali sono i miei comportamenti, so come faccio le campagne elettorali, so come agisce il mio tesoriere. Sono illazioni fuori da ogni grazia di Dio. Ma non conosco i fatti».
«Non credo che Capogna abbia mai lavorato con nessuno prosegue la Pezzopane -, verificherò con precisione. Comunque non c'è nessun finanziamento illecito. Ho fatto decine di campagne elettorali. Intanto devo capire: si parla di una cosa al momento solo giornalistica. Mi chiedo: possiamo permettere a una persona di denunciare mezza Italia, con decine di persone coinvolte? E' possibile che ci sia una corruttela così estesa? Mi sembra assurdo e strano, c'è qualcosa di torbido. Si facciano subito le verifiche. Vengo tirata in ballo in una vicenda in cui non c'entro niente. Non posso ricordarmi chi ho incontrato sette anni fa, tra l'altro. Ma so per certo che non ho violato la legge. Se c'è un fatto del 2010 avrebbe dovuto denunciarlo nel 2010. Pare l'abbia fatto nel 2015 ed esce fuori adesso in piena campagna elettorale e guarda caso denunciando mezza classe dirigente. Neanche il teatro degli orrori». Il principale indagato, nonché accusatore, è stato sentito dagli agenti della squadra Mobile aquilana, in particolare della prima sezione diretta dal sostituto commissario Sabatino Romano, e dai pm avezzanesi Maurizio Cerrato e Roberto Savelli.