AVEZZANOSpunta il nome della senatrice Stefania Pezzopane nelle carte della Procura di Avezzano sull'inchiesta riguardante appalti pubblici e presunte tangenti. Nome fatto dalla "gola profonda" Angelo Capogna in un verbale di interrogatorio del 28 marzo 2015 davanti agli agenti della squadra mobile dell'Aquila. Capogna è l'imprenditore ciociaro della pubblica illuminazione che ha parlato di un sistema Marsica fatto di mazzette per oliare le procedure degli appalti in sette Comuni, da Avezzano a Castellafiume, passando da Trasacco e Celano e per finire a Collelongo e Villavallelonga. Accuse tutte da dimostrare che hanno portato i sostituti procuratori Maurizio Maria Cerrato e Roberto Savelli a chiudere le indagini nei confronti di 36 persone, fra ex sindaci, attuali amministratori, professionisti e imprenditori. Da dimostrare anche le accuse che Capogna muove nei confronti della senatrice aquilana del Pd.La Pezzopane sarebbe indagata per aver violato la legge numero 195 del 1974, quella che regola il finanziamento ai partiti.«Ricordo che nel periodo pre-elettorale per le elezioni provinciali dell'Aquila nell'anno 2010», è quanto riportato nel verbale di interrogatorio, «su richiesta di Gianfranco Tedeschi mi recai a L'Aquila in compagnia della mia ex collaboratrice Lauretti Francesca per consegnare la somma di euro 5mila all'allora presidente della Provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane. Ricordo in particolare di avere consegnato il denaro a lei personalmente presso i container adibiti ad uffici che allora erano stati ricollocati nella zona della caserma dei carabinieri dell'Aquila. Tale dazione mi fu suggerita da Tedeschi il quale aveva già preso accordi con la Pezzopane per permettere alla mia società di svolgere lavori di ristrutturazione dell'illuminazione pubblica nella città dell'Aquila. Nonostante tale dazione, non ho mai avuto contatti né svolto alcun tipo di attività in quella città».E prosegue il verbale con l'interrogatorio di Capogna: «Ribadisco che le dazioni di denaro in favore di Stefania Pezzopane sono state due, la prima di euro 5.000, da me consegnati presso la sede elettorale situata in zona Coppito, Statale 17, incrocio rotatoria per l'ospedale San Salvatore, e la seconda, sempre dell'importo di euro 5mila è avvenuta presso gli uffici-container della Provincia di L'Aquila. Nella prima circostanza ero in compagnia di mio padre Domenico Capogna e di mio fratello Fabio; nella seconda circostanza ero in compagnia della mia collaboratrice dell'epoca Lauretti Francesca». La Procura di Avezzano, ipotizzando il delitto relativo all'illecito finanziamento ai partiti a carico di Stefania Pezzopane e dello stesso Angelo Capogna, «rilevando l'assenza di ipotesi di connessione fra i delitti per i quali procede questa Procura», ha disposto il trasferimento del materiale alla Procura dell'Aquila (sia l'interrogatorio di Capogna davanti agli agenti della squadra mobile che il verbale resto dalla signora Lauretti).Il provvedimento è dell'11 aprile scorso e porta le firme del procuratore Andrea Padalino Morichini e dei sostituti Maurizio Maria Cerrato e Roberto Savelli. La senatrice Stefania Pezzopane si è detta sorpresa dall'ipotetica accusa. «Conosco Gianfranco Tedeschi, ci tengo contatti costanti, ma non ricordo di conoscere questo Capogna», sottolinea la parlamentare del Pd, 57 anni, dal 2013 senatrice e in passato assessore e presidente del consiglio comunale all'Aquila, presidente della Provincia dell'Aquila e assessore e vice presidente del consiglio regionale. «Tengo a precisare», prosegue la Pezzopane, «che non tratto mai le questioni di soldi, mai. C'era un tesoriere anche all'epoca, non mi ricordo nemmeno chi era, sono passati talmente tanti anni, sette per la precisione. Sull'eventuale indagine non so niente, non mi è arrivato niente. Venivano ditte, sì, vengono sempre, vengono anche adesso a chiedere informazioni, a sapere, da tutte le parti d'Italia, ma da questo... Mi sembra che questo signor Capogna abbia coinvolto tante persone. Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia, ho la massima fiducia nei confronti della magistratura. Qualsiasi cosa questa persona abbia dichiarato, è bene che i magistrati la accertino». La senatrice Pezzopane ribadisce la regolarità della campagna elettorale.«Fu regolarmente condotta, secondo le regole, secondo le norme», sottolinea l'esponente del Pd, «attraverso la figura del tesoriere che è una figura prevista dalla legge. Tutto il resto non mi ricordo, non so nemmeno che faccia abbia questo signore. Questa cosa di Tedeschi mi sembra tanto fuffa, lui in quella campagna elettorale... i rapporti li ho con tanti altri sindaci della provincia dell'Aquila e dell'Abruzzo, Tedeschi lo conosco da tanti anni ed è una persona con la quale ho organizzato tante iniziative, è una persona capace. Però in quella campagna elettorale non lo ricordo così attivo, gli chiesi di candidarsi ma non accettò. In quel collegio il Pd andò malissimo e anche nel suo Comune andai male. In questa zona presi una vera batosta. Questo sì che lo ricordo. Ho parlato immediatamente con il mio avvocato Piermichele De Matteis: farò partire una denuncia per calunnia. Un fatto del 2010, denunciato nel 2015 e uscito nel 2017 in piena campagna elettorale. Ma dai, non è possibile»