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Pescara, 24/11/2024
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Data: 18/05/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atlantia-Abertis, per sostenere l'Opas dalle banche pronti fino a 40 miliardi

ROMA C'è una potenza finanziaria di fuoco al fianco di Atlantia per l'Opas su Abertis. L'operazione si attesta a 16,3 miliardi, dei quali 14,7 miliardi finanziati dagli istituti, i quali hanno messo a disposizione della holding autostradale italiana guidata da Giovanni Castellucci una somma superiore di quasi tre volte, per un costo a carico di Atlantia di 30-50 milioni di commissioni a seconda del tiraggio e della durata: un esborso relativamente modesto.
Oggi alle 12 il pool formato da una quindicina di banche organizzate da Bnp Paribas, Credit Suisse, Intesa Sanpaolo, UniCredit dovrà rilasciare alla società la committment letter, cioè la lettera di impegno con la delibera a partecipare al finanziamento che, secondo la tabella di marcia, dovrebbe avere il suo signing, cioè la firma del contratto, lunedì 22.
Dalle decisioni prese dalle singole istituzioni, secondo quanto risulta al Messaggero si ricava che l'ammontare totale max messo a disposizione sarebbe di 40 miliardi: una oversottoscrizione. Si consideri che le sole quattro banche in cabina di regia sarebbero disponibili fino a 22 miliardi. Quest'ampia disponibilità poggia sul rating di Atlantia ma anche sulle prospettive reddituali frutto delle capacità del top management a tenere fede agli impegni raggiungendo gli obiettivi.
Il gruppo italiano ha lanciato l'offerta totalitaria a 16,5 euro cash per azione con l'alternativa di un pagamento con azioni 0,697 Atlantia di nuova emissione. Castellucci ha definito a caldo l'operazione win-win-win. Finora la Caixa, primo azionista di Abertis con il 22,6% tramite Criteria Caixa, che ha Deutsche Bank quale advisor, non ha ancora accettato ma «valuterà questa offerta amichevole con molta attenzione, con un'analisi approfondita e senza nessuna fretta».
Infatti i tempi sono lunghi, almeno un paio di mesi. Dipendono dal via libera della Cnmv, la Consob di Madrid, al prospetto informativo, I legali dello studio Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners in recenti colloqui con la Commissione spagnola hanno capito che l'ok potrebbe arrivare per la metà di luglio. Nel frattempo, però, si sta mettendo a punto l'azione demandata al fronte bancario, che potrebbe allargarsi. Quasi certamente si dovrebbe aggiungere Goldman Sachs che ha rilasciato al consiglio di Atlantia la fairness opinion sulla congruità del prezzo offerto.
Dal debt agreement (bozza di contratto) del finanziamento di circa 200 pagine emergono molti dettagli dell'operazione. Le tranche sono quattro: bridge facility to disposal da 2 miliardi a 18 mesi; bridge facility to bond da 5,8 miliardi a 18 mesi; bridge facility to treasury shares (acquisto azioni proprie) da 1,3 miliardi e, infine, term loan da 5,6 miliardi a 5,5 anni. E' un finanziamento corporate e come tale privo di garanzie reali come pegni. Ci sono tre tipi di covenant, ampiamente compatibili con le prospettive di Atlantia. Il primo è cash flow/posizione finanziaria netta superiore a 7 volte (si stima possa essere almeno 17 volte). Il secondo è l'interest coverage ratio (indice di copertura degli interessi) maggiore di 2. Il terzo è un patrimonio netto minimo di 4 miliardi (attualmente è di 10 miliardi). E' prevista una struttura complessa di commissioni. Sono di tre tipo: Tck (disponibilità all'impegno), arrangement fee relative all'organizzazione dell'operazione (maturano tra il signing e il tiraggio e comunque non oltre il 31 dicembre 2017), funding fee per l'erogazione. Il corrispettivo è regolato da un meccanismo legato all'ammontare e alla durata del tiraggio: si aggira tra 70-100 punti base. Infine c'è lo spread in funzione del rating: 70-120 punti base.

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