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Data: 18/05/2017
Testata giornalistica: Prima da Noi
Braccio di ferro con l’ex dg, Tua condannata a sborsare 60 mila euro. Ferie non godute dall’ex direttore generale della Sangritana: si deve pagare

ABRUZZO. Una lunga battaglia tra decreti ingiuntivi e ricorsi in tribunale per l’ex dg di Sangritana, Benito Marcanio, che ha dovuto rivolgersi ad un giudice per farsi riconoscere dalla sua ex azienda gli emolumenti per le ferie maturate e non godute e i riposi compensativi non goduti.

Una cifra che supera i 50 mila euro e che Tua ha tentato in tutti i modi di non cacciare opponendosi anche ad un decreto ingiuntivo che però adesso il giudice del tribunale del lavoro di Lanciano ha dichiarato immediatamente esecutivo.

«Ulteriori soldi sprecati dalla Tua Spa», commenta l’avvocato Angelo Nigrelli che ha seguito il caso dell’ex dg, «la quale dopo aver trattato a pesci in faccia il dottor Marcanio gli ha negato gli emolumenti dallo stesso maturati, costringendolo a richiedere un decreto d'ingiunzione, chiaramente opposto dalla Tua Spa, accampando improbabili difese. Adesso il tribunale ha confermato in toto il decreto ingiuntivo opposto condannando la TUA Spa all'ulteriore pagamento di spese processuali. Tanto mica pagano do tasca propria».

Marcanio è stato dg di Sangritana dal 27 aprile 2012 al 30 giugno 2015 prima dell’intervenuta fusione per incorporazione della società Fas s.p.a. in Tua s.p.a., del luglio del 2015.

In quegli anni il direttore generale ha maturato 129 giorni di ferie non godute e 24 riposi compensativi non goduti che corrispondono ad una cifra pari a 51.440 euro.

A metà del 2015 è partito il primo decreto ingiuntivo nei confronti della società e a settembre il tribunale lo ha accolto e ha dato avvio all’esecuzione. Ma Tua si è opposta chiedendo la sospensione della esecutività del decreto ingiuntivo e la sua revoca.

La società ha contestato le somme richieste anche a causa di quella che è stata giudicata una «inadeguata prova scritta» ovvero «un cedolino paga privo di attendibilità, una mera simulazione dei conteggi».

Infatti quando Marcanio ha scoperto la volontà societaria di non corrispondergli le somme richieste a titolo di ferie e di riposi compensativi maturati e non goduti, si è rivolto al capo unità tecnico amministrativo di Tua, Natalino Bucco, per chiedergli una “simulazione” dei conteggi da presentare alla società. Il fatto è stato confermato dallo stesso Bucco ascoltato come teste: il dipendente ha confermato di aver provveduto alla relativa elaborazione e che si trattasse di una simulazione delle competenze al momento della cessazione del rapporto di lavoro.

Secondo il giudice, però, sui numeri non si scappa perché c’è un chiaro «riscontro documentale nella busta paga del mese di giugno 2015, allegata dalla stessa Tua agli atti del giudizio, la cui attendibilità e provenienza non sono in alcun modo oggetto di discussione».

Dunque Tua deve pagare i 51 mila euro e in più a questo punto deve accollarsi anche 6.500 euro di spese legali.

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