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Pescara, 24/07/2024
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Data: 19/05/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Zero soldi per scuole e strade», la rabbia delle Province povere

PESCARA Domenico Di Sabatino si affida all'ironia: «Diciamo che noi siamo dinamici, e anche un po' sfortunati». Ma lui che viene da un territorio duramente colpito dagli ultimi eventi sismici, dal dissesto idrogeologico, dalla nevicata di gennaio, sa che spesso una battuta può riassumere bene un dramma. Ieri il presidente della Provincia di Teramo era a Roma, assieme ai colleghi abruzzesi e ai rappresentanti di tutte le Province italiane, per dire al Governo e al Parlamento che la misura è colma: «Altro che scuole e viabilità, fra un po' non avremo più neanche i soldi per pagare gli stipendi». Questo hanno ribadito ieri i rappresentanti dell'Upi (Unione province italiane), riuniti prima in assemblea al teatro Quirino e poi ricevuti in delegazione nelle commissioni della Camera chiamate a discutere gli emendamenti all'ultima manovra finanziaria.
La mobilitazione aveva lo scopo di spiegare, anche all'opinione pubblica, che qui non si tratta più di uscire da quella sorta di limbo in cui le Province sono state risucchiate dopo la riforma degli enti intermedi, ma che se non si porrà fine alla stagione dei tagli non saranno più garantiti servizi essenziali al cittadino. Di Sabatino prova a farsi interprete di un disagio che ieri è esploso con accenti anche forti: «Questa è una vicenda che riguarda tutti. Il problema è che, a fronte di una riforma ritenuta giusta o sbagliata, sono assolutamente sproporzionati i prelievi che lo Stato fa sulle Province rispetto ai servizi erogati. Faccio l'esempio di Teramo: se sottrai 18milioni dal nostro bilancio, anche se poi ne tornano in cassa 7 con un provvedimento speciale, noi, con quei soldi, non riusciamo a garantire neanche l'ordinaria amministrazione».

L'INCOGNITA DEI BILANCI A guidare la delegazione abruzzese c'era il presidente della Provincia di Pescara e dell'Upi regionale, Antonio Di Marco, assieme ai colleghi di Chieti, Mario Pupillo e L'Aquila, Antonio De Crescentiis. Tutti nella stessa barca e preoccupatissimi per le difficoltà che incontreranno nel mettere in piede i prossimi bilanci se non sarà superato lo squilibrio attuale attraverso una manovra correttiva: 650milioni sottratti alle Province italiane a fronte dei 110milioni stanziati. Un gap non più sostenibile nell'Abruzzo dei piccoli Comuni. Lo dice anche Di Marco: «La nostra è una mobilitazione per difendere i servizi e la stessa sicurezza dei cittadini». Il riferimento è ai tagli sulla viabilità, la manutenzione delle scuole, la tutela dell'ambiente; deleghe che le Province non saranno più in grado di esercitare se non accadrà qualcosa prima dell'estate.

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