La senatrice del Pd Stefania Pezzopane passa al contrattacco e lo fa dopo aver varcato la porta d'ingresso del Tribunale dell'Aquila e appreso di non essere indagata. La parlamentare aquilana del Pd, si è presentata ieri mattina in Tribunale e accompagnata dall'avvocato di fiducia, Piermichele De Matteis si è recata presso la cancelleria chiedendo il certificato sui carichi penali pendenti. La risposta è arrivata in poco tempo: nulla risulta a carico.
IPOTESI TANGENTI La senatrice Pd, accusata dall'imprenditore marsicano Angelo Capogna di aver intascato in due circostanze mazzette da 5 mila euro ciascuna, per presunte agevolazioni in relazione ad appalti post terremoto sulla illuminazione del Comune dell'Aquila, non risulta indagata. Lo dichiara la stessa Pezzopane, parlando di atto «chiaro». La Pezzopane è sicura anche di non essere indagata neanche dalla Procura della Repubblica di Avezzano, la quale a seguito di una inchiesta molto più ampia, recentemente chiusa, avrebbe creato un fascicolo-stralcio ipotizzando a suo carico il reato di finanziamento illecito dei partiti.
L'INCHIESTA E' giallo sull'indagine a carico della senatrice Pd e sulle dichiarazioni rese dinanzi gli agenti della Squadra mobile della Questura dell'Aquila (sezione criminalità organizzata) dallo stesso Capogna, teste chiave dell'inchiesta madre e di quella bis, che appunto si sarebbe venuta a creare nei riguardi della senatrice aquilana, quando ricopriva la carica di presidente della Provincia dell'Aquila. Dopo aver appreso dalla Procura l'inesistenza di ipotesi di reato a suo carico, la Pezzopane ha pubblicato sul Fb il documento della Procura e ha annunciato di procedere con le querele per diffamazione. Secondo Capogna da intermediario avrebbe fatto Gianfranco Tedeschi, attuale sindaco di Cerchio. Circostanza che è stata più volte negata dalla senatrice, secondo la quale il rapporto in quel periodo con Tedeschi non era affatto buono. Lo stesso, tra l'altro non si era candidato a Cerchio per cui non sarebbe stato di alcuna utilità alle provinciali del 2010.
LA REPLICA «Essere indagati evidenzia la senatrice Pd - peraltro non significa nulla ed è una tutela per tutti i cittadini. Ma non è valso per me, nemmeno indagata, ma immediatamente perseguitata. Questo significa che da due giorni circolano notizie false su di me, senza che si sia fatta una verifica. Succede troppo spesso, questo è profondamente sbagliato. Ed ha a che vedere con la forza di una democrazia. Per questo ripeto: basta falsità. Per quanto riguarda le presunte dichiarazioni che ho appreso dalla stampa rese da Angelo Capogna e che mi riguardano, - afferma sempre Stefania Pezzopane - la magistratura, in cui confido pienamente, sta compiendo il suo dovere e sono certa che farà piena luce, giungendo alle giuste conclusioni su una vicenda che mi vede totalmente estranea ai fatti e alle circostanze riferite».
Per Marco Rapino, segretario regionale Pd, «chiunque decida nella vita di assumersi incarichi inerenti la gestione della cosa pubblica è giusto sia sottoposto a controllo e a indagini che, comunque, non sono sinonimo di colpevolezza. Noi andiamo avanti sulla nostra strada quella della democrazia, quella del rispetto delle persone e quella di chi non si ferma e non ferma la sua missione politica perché sottoposto pubblicamente a un'accusa infondata».