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Data: 19/05/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso le amministrative - Biondi show: ora possiamo vincere

Più che al Ridotto del Teatro sembra di essere a Cleveland. Più che una presentazione delle sette liste pare la convention dei repubblicani: ci sono t-shirt e spillette bene in vista che mostrano una divertente caricatura del candidato, c'è il programma o meglio - l'agenda per una città accogliente diffuso su accattivanti brochure, ci sono i colori dominanti, rosso e blu, che fanno tanto States, ci sono lunghi fasci di luce blu che fendono la sala, gremita.

IL PALCO C'è la musica di Massimo Priviero a fare da sottofondo, guarda caso lo Springsteen nostrano. Insomma: Pierluigi Biondi e il suo staff hanno fatto le cose in grande, con evidenti ispirazioni Usa, anche nella costruzione dell'one-man-show. E infatti lui si è preso la scena in solitaria, osservato dai parlamentari in prima fila (Di Stefano e Pelino, ma anche dal coordinatore Pagano), introdotto da un video molto toccante nel quale riceve da una bambina un mattoncino, una costruzione giocattolo. Scena che si è ripetuta live, sul palco. E poi ha avviato un lungo monologo, con l'ausilio di una traccia scritta, dapprima con evidente emozione, poi via via più sciolto, mai con enfasi o foga, sciorinando ritmi non esaltanti ma al contempo una profonda conoscenza dei temi.

L'ATTACCO Biondi ha ringraziato per la partecipazione, «iniezione di fiducia», ma anche fonte di «responsabilità». Ha citato Aristotele («L'uomo è un animale politico»), ha fatto alzare i suoi candidati, chiamandoli lista per lista, accompagnato dallo scorrere dei nomi sul vidiwall. «Poco più di un mese fa ha esordito - dicevano che tutto era deciso, che il centrodestra sarebbe stato condannato all'opposizione: le cose sono cambiate e di molto. Con il nostro granello (il claim della campagna) non incepperemo il meccanismo della ricostruzione, ma quello del sistema di potere del Pd. Tra noi e loro c'è differenza: il centrosinistra è tenuto insieme dal mantenimento di questo. Nelle liste c'è tutto e il contrario di tutto. C'è persino chi è uscito sbattendo la porta, senza avere il coraggio e la decenza di spiegare perché. Come intendono chiedere scusa di quello che è successo negli ultimi otto anni? Hanno utilizzato L'Aquila come scenografia dei loro balletti e ora tentano di mascherare il rinnovamento in un percorso di assoluta continuità».

LA CRITICA Biondi ha criticato i rinnovi nelle Spa comunali e l'apertura annunciata della banca del territorio: «Ci si presenta ora con una veste ora con un'altra, offendendo l'intelligenza degli aquilani». Sulle scuole, in particolare, è stato durissimo: «Con che faccia il Pd presenta la lista dicendo che è una priorità?». Infine ha illustrato nei dettagli il programma: ricostruzione («Finora è stata confusa e senza razionalità»), identità, inclusione, sviluppo. Non poteva mancare l'esaltazione del governo Berlusconi, dei «dieci miliardi stanziati dopo 22 giorni dal terremoto», dell'emendamento Letta che ha abbattuto la restituzione delle tasse, dei fondi per lo sviluppo. «E' stato il governo Renzi a paralizzare la ricostruzione, senza una programmazione e senza una visione». Con una sorpresa, la citazione di Piccola città di Guccini: «Sono qui nei pensieri le strade di ieri, e tornano visi e dolori e stagioni, amori e mattoni che parlano». All'Aquila ogni viso, ogni dolore, parla.

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