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Data: 19/05/2017
Testata giornalistica: La Repubblica
Lavoro, contratti stabili al palo: in due anni crolla il tempo indeterminato

I dati Inps sul primo trimestre 2017 confermano la tendenza osservata dalla fine della decontribuzione per le assunzioni stabili. Nel complesso ci sono 322mila nuovi posti di lavoro, ma quelli fissi sono solo 17mila: frenano del 58% sull'anno scorso, che era già stato a ritmo ridotto rispetto al 2015 incentivato

MILANO - Saldo positivo tra assunzioni e licenziamenti nei primi tre mesi dell'anno, ma con i contratti a termine che si confermano sempre più determinanti a fronte di una inchiodata di quelli stabili, che ormai dalla fine del 2015 non godono più dell'incentivo della piena decontribuzione.

Secondo i dati dell'Inps, relativi al primo trimestre 2017, la variazione dei posti di lavoro è positiva di 322.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2016, quando era stato registrato un +266.000 posti. Se si guarda ai soli contratti stabili, nei primi tre mesi del 2017 sono stati attivati quasi 400mila contratti a tempo indeterminato (398.866 per la precisione, comprese le trasformazioni) con un calo del 7,4% sullo stesso periodo del 2016. Considerando poi che le cessazioni di contratti stabili nello stesso periodo sono state 381.329, il saldo dei "nuovi" posti fissi è in attivo per sole 17.537 unità. E' un risultato magro se confrontato al saldo positivo di 41.731 dei primi tre mesi 2016 e del boom di 214.765 contratti dei primi tre mesi 2015, quando erano previsti sgravi contributivi totali.

L'aggiornamento dell'Istituto della previdenza permette anche di tracciare un saldo annualizzato, ovvero la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi: nel complesso di tutti i contratti, alla fine del primo trimestre del 2017 risulta positivo per 379.000 unità. Anche questo numero si può scomporre e conferma la dinamica dei mesi scorsi: da quando è finita la decontribuzione per le nuove assunzioni - valida nel 2015 a pieno regime, poi calata - l'attenzione degli imprenditori è tornata a spostarsi sui contratti a termine. Il risultato complessivo cumula infatti la crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+22.000), dei contratti di apprendistato (+40.000) e, soprattutto, dei contratti a tempo determinato (+315.000, inclusi i contratti stagionali).

Sempre nell'ambito del tempo indeterminato, il numero complessivo dei licenziamenti del trimestre è stato di 143.200, in leggero aumento rispetto al dato di gennaio-marzo 2016 (+2,9%); significativa la contrazione delle dimissioni: -3,5% rispetto a gennaio-marzo 2016. Sulla distribuzione delle cause di cessazione tra licenziamenti e dimissioni, ha significativamente inciso l’obbligo della presentazione on line delle dimissioni, introdotto a marzo 2016, dice l'Inps.

Quanto infine alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, si registra, per le assunzioni
a tempo indeterminato intervenute a gennaio-marzo 2017, una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.500 euro (32,7% contro 35,4% di gennaio-marzo 2016).

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