L'AQUILA- Sì alla globalizzazione, ma nel rispetto delle regole, sì alla sicurezza ma con spirito umanitario, sì al merito ma con l'equilibrio e la consapevolezza che le persone sono eguali; ma no ai diritti concessi in un ottica di mercato e no all'attacco continuo allo stato sociale e al sindacato tenuto sempre più spesso nel mirino da chi ne contesta la funzione. Sono stati questi i passi essenziali dell'intervento con cui Guglielmo Epifani ha concluso la tre giorni di celebrazioni del centenario della Camera del Lavoro aquilana.
«In questi cento anni- ha detto il segretario generale della Cgil- è avvenuto un processo grandioso di libertà e di emancipazione che non va dissipato. La storia del sindacato all'Aquila e in Abruzzo- ha aggiunto- è una storia di lotte e di sacrifici, come lo è la storia della Cgil in Italia. Quando si pensa che all'inizio del secolo scorso avevano diritto al voto poco più di due milioni di persone su trentotto, e che le donne vi sono state ammesse nel '46, ben si comprende la grandiosità del cambiamento. Ma va detto - ha continuato Epifani- che se è vero che in questi cento anni c'è stata libertà ed emancipazione, è anche vero che le conquiste non sono state mai ottenute in via definitiva, ma che è stato sempre necessario lottare per conservarle». Epifani ha anche parlato della prossima consultazione tra i lavoratori sull'intesa col governo sullo stato sociale, ed ha detto che «si tratterà di un momento importante della vita democratica, una verifica che non veniva fatta da anni e che avverrà nella certezza che alla fine i lavoratori si troveranno d'accordo con le scelte fatte dal sindacato nel loro interesse». La giornata conclusiva delle celebrazioni del centenario della Cgil (una lunga maratona iniziata ieri mattina) ha toccato temi e argomenti di interesse diverso: da quello storico dalla fondazione del sindacato nel 1907 all'Aquila e in Abruzzo (Sandro Giovarruscio), a quello delle origini ottocentesche (Alessandro Clementi), a quelli riguardanti gli avvenimenti sindacali durante il fascismo e nel secondo dopoguerra (Andrea Borghesi); per finire alle rassegne sulle lotte nel Fucino e allo sviluppo industriale (Romolo Liberale), e ai moti per il capoluogo all'Aquila e a Pescara (Fabrizio Loreto). Alla manifestazione erano presenti il sindaco Massimo Cialente, il sottosegretario Giovanni Lolli, l'assessore regionale Giovanni D'Amico, il consigliere regionale Gianni Melilla, per anni segretario regionale della Cgil. «Questa manifestazione- ha detto Gianni Di Cesare, oggi segretario regionale della Cgil-è un evento importante. La storia di questi cento anni testimonia il forte legame tra il sindacato e la popolazione. E' un'esperienza unica, una delle prime in Italia. Mi si chiede che cosa accadrà d'ora in avanti. Rispondo che le sfide future sono già in atto. Siamo impegnati a fronteggiare decine di situazioni di crisi. Qui in Abruzzo abbiamo un'ulteriore difficoltà che deriva dal deficit sanitario cui deve far fronte la Regione. Una situazione che va affrontata con chiarezza anche per il ruolo che il sindacato è chiamato a svolgere quando si adottano provvedimenti». E Sandro Giovarruscio, segretario provinciale: «Ora ci attendono centinaia di assemblee nei posti di lavoro. I lavoratori attendono risposte convincenti sull'accordo sullo stato sociale e noi dobbiamo essere in grado di darle. Continuiamo la lotta per i posti di lavoro, ma in questa provincia è ora essenziale lo sviluppo del lavoro di qualità». Successo hanno riscosso le manifestazioni di contorno del centenario, come la mostra sui "100 anni di sindacato all'Aquila" a cura dell'Archivio Di Stato, e la presentazione del volume "La memoria storica del movimento sindacale nell'Aquilano dal 1944 al 1970".