ASSISI Hanno scelto di tornare ad Assisi il giorno dell'inaugurazione del santuario della Spoliazione, il rito che ricorda la scelta di San Francesco di spogliarsi dei beni terreni. E così il Movimento Cinque Stelle inaugura questa fase due piena di connessioni emotive con il cattolicesimo francescano e che, sono convinti, li porterà dritti al governo. «Siamo noi i francescani di oggi», scandisce Grillo tra un saliscendi dal camper che guida il serpentone. La marcia per il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia dei cinque Stelle, inizia così: con Grillo che la sera prima va in visita al Sacro convento di San Francesco e seimila attivisti arrivati da tutta Italia per chiedere l'istituzione di un sostentamento economico per chi non ha reddito.
Una forma pericolosa di assistenzialismo secondo il segretario del Pd Matteo Renzi che da Milano spiega che è follia sganciare il reddito dal lavoro e bolla la proposta pentastellata come una devastazione per l'articolo 1 della Costituzione. «Funziona solo in Alaska», ha chiuso l'ex premier. «Non mi interessa sapere cosa dicono», replica Grillo che non rinuncia a rispondere a tono a Renzi. Scimmiotta le sue intercettazioni e lo accusa di stare tramando una legge elettorale contro il M5S.
I SELFIE PER CASALEGGIO JR La folla è meno corposa rispetto a due anni fa, quando alla marcia prese parte anche Gianroberto Casaleggio, sorretto dal figlio Davide, oggi più che mai leader del M5S che dice che il reddito di cittadinanza serve «per uscire dall'esclusione sociale». Casaleggio jr si è percorso la maratona in solitaria, stupito e compiaciuto delle decine di attivisti che non gli hanno chiesto solo selfie ma si sono avvicinati per parlargl. Meno urlato, meno prensile sui territori dove molti sono rimasti per la campagna elettorale delle amministrative che vedrà liste del M5S soltanto in un terzo dei comuni che vanno al voto. C'è anche uno striscione del M5S di Parma ma tra lo sparuto gruppetto di attivisti che sfideranno l'ex Pizzarotti si riconosce solo una ex militante del Pd.
E poi basta ascoltare il coro pentastellato scandito lungo i diciannove chilometri che separano Perugia da Assisi. Pure quello si è trasformato, l' Onestà onestà che aveva fatto dire a Grillo a Firenze che non era proprio opportuno continuare a dirselo da soli, è diventato dignità, dignità e il riferimento è ancora al reddito di cittadinanza che, dice Grillo marciando tra la selva di telecamere: «Serve per stare dentro o fuori la società altrimenti le persone scatenano la violenza». Parole che vogliono disegnare la svolta spiritual-centrista tutta tarata su Luigi Di Maio, futuro candidato premier del M5S autodefinitosi credente e cattolico che rimane in disparte, protetto dallo scudo di dichiarazioni che sciorina Grillo più avanti e che lui riformulerà a tempo debito. Ovvero a settembre quando si scopriranno le carte sulla squadra di governo e sul programma che, non è un mistero, prevede battaglia contro l'Europa ma dentro l'Europa. E quindi, abolizione del fiscal compact e niente più referendum sull'euro che ieri è diventata un'opzione «metafisica» per Grillo. Il referendum sarà reinterpretato come dibattito sulla moneta: «Nel nostro movimento c'è chi è contro ma c'è anche chi è per rimanere, per la doppia moneta, io vorrei che se ne parlasse».
Si sparge spiritualità e si accantona per un giorno il furore giustizialista anche perché «neanche i giudici ci capiscono», confessa Grillo ironico pensando agli esposti Pd e ai ricorsi legali arrivati a Sant'Ilario. La meccanica delle toghe infatti è distante, e a tratti fa paura, anche ai Cinque Stelle, venuti a espiare la conversione tardiva sulla via di Assisi con Grillo in k-way che porta la fiaccola di Prometeo. Si riconoscono numerosi volti noti sul tracciato: Roberto Fico, Paola Taverna, Danilo Toninelli, Carla Ruocco, Manlio Di Stefano, Carlo Sibilia, Roberta Lombardi, Chiara Di Benedetto. Uno dei primi ad arrivare al capolinea di Assisi, con lo sguardo basso e la faccia contrita, è il consigliere toscano Enrico Cantone che si è appena dimesso per una storia di società non dichiarate a Malta. Lui ha fatto un passo indietro volontario mentre ad Assisi l'esercito dei parlamentari arrivati fin qui, lo ha fatto anche per sondare gli umori sul futuro e quindi sull'affaire ricandidature. Ma pure qui Grillo si concede un moto ecumenico che tiene in bilico tutti: «Non c'è nulla di sicuro, siamo tutti provvisori».