ROMA Alla fine con la firma di Paolo Gentiloni sulla versione definitiva dei provvedimenti attuativi può finalmente scattare un pezzo della flessibilità pensionistica che era stata costruita con la legge di bilancio per il 2017. Si tratta in particolare della cosiddetta Ape social e dell'accorciamento a 41 anni del requisito contributivo per l'uscita dei lavoratori precoci ovvero quelli che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni. Le domande andranno presentate entro il 15 luglio ma avranno decorrenza retroattiva dal primo maggio: la platea coinvolta per quest'anno sommando i due canali dovrebbe aggirarsi sulle 60 mila persone.
Bisognerà aspettare ancora invece per l'Ape volontaria, il prestito riservato ai lavoratori che non disponendo di particolari requisiti desiderano tuttavia anticipare l'uscita (al massimo di 43 mesi) e sono disposti a subire una decurtazione della pensione definitiva: il relativo decreto è stato inviato al Consiglio di Stato ma dovrà poi essere approvato definitivamente con le eventuali correzioni richieste dai magistrati amministrativi.
LE CATEGORIE L'Ape social consiste essenzialmente in un'indennità fino a 1.500 euro lordi mensili per 12 mensilità che può scattare - fino al momento del pensionamento - per chi ha 63 anni di età e fa parte di una delle seguenti categorie: disoccupati che da almeno tre mesi hanno esaurito gli ammortizzatori, invalidi civili con una percentuale di almeno il 74 per cento, persone che assistono il coniuge o un parente di primo grado invalido ed infine lavoratori impegnati in una serie di mansioni faticose (operai edili, operatori ecologici, facchini, infermieri che lavorano su turni, maestre d'asilo e altre ancora). Se ci si trova in quest'ultima condizione, è richiesto come ulteriore vincolo quello di avere un'anzianità di 36 anni e di aver svolto la mansione indicata per almeno sei degli ultimi sette anni di lavoro. Per le altre categorie l'anzianità contributiva richiesta è di 30 anni. L'Ape social non sarà per tutti nel senso che verrà erogata nel limite delle risorse stanziate: i più anziani avranno la precedenza.
Ci si trova a far parte di una delle stesse quattro categorie ed in più ha versato contributi per almeno 12 mesi prima dei 19 anni di età potrà sfruttare il canale di uscita dei precoci e quindi lasciare il lavoro indipendentemente dall'età con 41 anni di contributi. Attualmente ne sono richiesti invece 42 e 10 mesi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne.