L'AQUILA«La ricostruzione dell'Aquila va a rilento, ma è stata anche boicottata. Perché? Forse per favorire qualche costruttore». Alle domande "da chi è stata boicottata" e "come", il candidato sindaco Nicola Trifuoggi, 45 anni da magistrato e dal '98 al 2003 procuratore della distrettuale antimafia, non risponde.
A BUON INTENDITOR... La parola «biocottaggio» l'ex magistrato Trifuoggi l'ha pronunciata durante la presentazione dei candidati delle due liste che l'appoggiano nella corsa alla poltrona di primo cittadino dell'Aquila. Le liste sono Progetto Trifuoggi per L'Aquila e Città Territorio L'Aquila, che insieme formano la coalizione L'Aquila Polis per Trifuoggi. E se l'ex capo della procura distrettuale antimafia ha parlato di «boicottaggio della ricostruzione» e a margine ha aggiunto: «Forse per favorire qualche costruttore», le sue dichiarazioni sono destinate a far discutere. Ma non ha voluto aggiungere altro. Come dire: "chi ha orecchie per intendere, intenda...". La presentazione delle liste è avvenuta nella sede del comitato del candidato sindaco, «che è stata inaugurata proprio con questo evento», ha precisato Trifuoggi, che ha presentatole linee guida di un programma basato su quattro aggettivi: 1) trasparente; 2) pulito; 3) semplice; 4) realizzabile. «Le liste sono lo specchio fedele della società aquilana: artigiani, commercianti, professionisti, dipendenti pubblici e privati, sportivi, studenti e esponenti dell'Università, pensionati, assegnatari Progetto Case e Map, inquilini Ater, disoccupati, esodati», ha detto Trifuoggi. Tra i volti più conosciuti Giorgio Parisse, aquilano, ma per anni sindaco di Pineto; il medico Antonello Bernardi, che ha lasciato il Pd.L'EMILIA E L'AQUILA. «A proposito di trasparenza, semplicità e realizzabilità, occorre una legge quadro per le catastrofi naturali. E in Italia purtroppo ora ce ne sono tante», ha sottolineato Trifuoggi. «Alla legge quadro poi si possono agganciare le varie normative locali. Prendiamo ad esempio l'Emilia Romagna, colpita dal sisma: lì hanno preteso che lavorassero esclusivamente imprese e artigiani locali. All'Aquila, invece, il 90 per cento delle maestranze viene da fuori, i materiali arrivano da fuori regione e a volte anche dall'Europa. Qui la ricostruzione ha fatto chiudere attività artigianali e ha accentuato la disoccupazione, invece di creare posti».IL LAVORO CHE NON C'È. Non a caso Nicola Trifuoggi mette al primo posto nel suo programma il sociale, «che include soprattutto il lavoro. Precisiamo», ha detto Trifuoggi, «che L'Aquila già prima del terremoto era agonizzante. La ricostruzione va a rilento, soprattutto nelle frazioni che, invece, potevano essere avviate facilmente. La ricostruzione Ater è bloccata per litigi tra Regione e Comune. Quanti posti di lavoro si potrebbero avviare? L'Aquila deve seguire le sue vocazioni, che sono l'agricoltura di qualità, il turismo, intendo quello culturale, sportivo, la montagna, quello religioso, con la Perdonanza, che fuori L'Aquila non conosce nessuno. Bisogna finirla di dare ai nostri giovani solo le ubriacature del giovedì sera e del sabato».COMUNE DA RIFARE. «La macchina comunale è un problema», ha detto Trifuoggi. «Ci sono ottime professionalità, ma non funziona nulla. Quando ero procuratore, ho avuto un elogio dal Csm perché la Procura dell'Aquila era la meglio organizzata d'Italia: le pratiche venivano definite in 80 giorni, contro i 1.500 di Bari, i 1.000 di Milano. In tre anni da vicesindaco mi hanno insegnato cose che non sapevo della pubblica amministrazione. E questo ha completato il mio bagaglio. Ora ho l'età e l'esperienza per amministrare, senza il condizionamento di partiti, segretari regionali o nazionali, presidenti di Regione. Voglio formare la nuova classe dirigente di questa città. Guardate anche come è ridotto il capoluogo: non sono riusciti neppure a togliere quelle pericolose rotaie di una metro che non si farà».AUTOREVOLI. «È importante una Consulta dei sindaci del circondario: per essere autorevoli bisogna essere compatti. Chi può farlo, se non il sottoscritto», ha concluso Trifuoggi, «non legato al potere e ai partiti?».