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Data: 23/05/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Confindustria, ora riforma dei contratti. Vincenzo Boccia scrive ai leader sindacali: « Serve una stretta». Cgil, Cisl e Uil: «Disponibili al confronto»

ROMA Sostegno a crescita e investimenti pubblici e privati, questione industriale, azzeramento del cuneo fiscale per l'assunzione di giovani nelle fabbriche per i primi due anni, scambio salario-produttività, Patto per la fabbrica e riforma del modello contrattuale, su cui riaprire presto il confronto con i sindacati per la stretta finale. Confindustria si prepara all'assemblea 2017, la seconda sotto la guida del presidente Vincenzo Boccia, in programma mercoledì, rilanciando i temi centrali per l'associazione di viale dell'Astronomia e per il sistema. E puntando su una maggiore compattezza interna. Proprio a pochi giorni dall'assemblea è ripartito il dialogo diretto tra i leader di Confindustria e di Cgil, Cisl e Uil con l'obiettivo di arrivare a definire, dopo la fase di stop and go e i diversi tavoli tecnici aperti, le nuove regole per la contrattazione. Tema che mercoledì sarà ripreso. Il presidente di Confindustria ha scritto la scorsa settimana ai segretari generali Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo proponendo di «definire una data per un prossimo incontro così da individuare le possibili successive tappe del confronto». Alla lettera hanno quindi risposto i tre leader sindacali condividendo l'esigenza di andare avanti: «Su tutti i temi proposti, Cgil-Cisl-Uil si ritengono disponibili fin dai prossimi giorni a concludere il confronto in atto con Confindustria», hanno scritto nella missiva. Insomma, un passo avanti per riavviare in tempi stretti il tavolo politico sul nuovo modello contrattuale, oltre che consolidare le convergenze sulla rappresentanza, le politiche per il lavoro ed il welfare. Sulla rappresentanza Cgil, Cisl e Uil rilanciano «sulla misurazione» anche per le associazioni datoriali. La questione del dialogo con i sindacati si intreccia anche con il Patto per la fabbrica, lanciato dall'ultimo convegno dei giovani imprenditori a Capri, ad ottobre, davanti agli stessi leader di Cgil, Cisl e Uil: un Patto «tra gli attori della fabbrica», aveva detto Boccia, «per la crescita, per l'industria e per combattere le diseguaglianze». Nella relazione che il presidente di Confindustria rivolgerà alla platea degli imprenditori all'assemblea di mercoledì a Roma sono dunque attesi i cavalli di battaglia sulla politica industriale e la politica economica in generale, per sostenere la crescita «del Paese e per il Paese», la questione industriale che è «italiana», come ha ripetuto proprio oggi Boccia, la competitività delle imprese. E, altra questione ritenuta fondamentale, quella di aumentare la produttività, che in Italia è al palo. Produttività maggiore, per Confindustria, significa anche salari più alti. Un tema, nei termini di «scambio salario-produttività», che Boccia aveva già lanciato all'assemblea dello scorso anno nel suo primo intervento da presidente degli industriali; una strada da realizzare, a suo parere, nell'ambito della contrattazione aziendale e che, allora, i sindacati, Cgil in testa, avevano respinto. Ora l'ultimo tempo della partita che sta per essere giocato è sulla regolazione dell'intero assetto della contrattazione collettiva. Al di là delle relazioni e delle strategie industriali, al centro dell'attenzione c'è anche Industria 4.0 («dobbiamo cavalcare la quarta rivoluzione industriale», ha detto Boccia). Dal palco dell'assemblea per il governo, come di consueto, interverrà il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. Per l'occasione da viale dell'Astronomia sono partititi circa 3.000 inviti e per l'esecutivo è attesa una squadra quasi al completo: oltre a Calenda ad oggi sono confermati i ministri dell'Economia Pier Carlo Padoan, del Lavoro Giuliano Poletti, della cultura Dario Franceschini, dell'Ambiente Gian Luca Galletti, della Giustizia Andrea Orlando, dell'Interno Marco Minniti. Tra gli altri attesi anche la presidente della Camera Laura Boldrini e quello della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

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