L'AQUILA Con un'inchiesta sulla Regione Abruzzo ha fatto molto parlare di sé e con un'inchiesta su appalti in Regione che vede indagato tra gli altri l'attuale governatore della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, si è congedata. Se ne va il sostituto procuratore della Repubblica dell'Aquila, Antonietta Picardi (foto), Che insieme al collega David Mancini si occupa anche dei reati di competenza della Direzione distrettuale antimafia della regione. Il Pm, in passato sostituto procuratore presso la Procura per i Minorenni dell'Aquila, è stata trasferita alla Procura Generale della Cassazione, dopo il sì dello stesso plenum del Consiglio superiore della magistratura. Il trasferimento, secondo alcuni, avverrebbe a fine anno e dunque consentirebbe al magistrato di concludere le inchieste più scottanti.
Abbandona il capoluogo di Regione per il nuovo prestigioso incarico, il magistrato che a tutto tondo si è impegnato su molti fronti, portando a galla il malaffare nel post sisma, ma anche all'interno dell'ente Regione, oltre a suggellare la presenza in una regione ritenuta lontana dai loschi interessi della criminalità organizzata, di 'ndranghetisti e mafiosi. Il nome del sostituto procuratore Picardi, compare in innumerevoli inchieste che hanno provocato veri e terremoti giudiziari con riflessi non solo in Abruzzo. Prima fa tutte quelle che hanno riguardato apparati della Regione Abruzzo investiti a vario titolo da truffe, giri di mazzette in cambio di assunzioni e altri favori: Abruzzo Engineering, Collabora, il Parco scientifico e tecnologico, Caligola (su presunte commesse pubbliche affidate dalla Regione in cambio di contropartite economiche consistenti in contratti di consulenza e assunzioni clientelari). Porta la firma della Picardi l'arresto (ai domiciliari) di Antonio Sorgi, il super direttore per anni degli Affari di presidenza. E sempre sua la firma che ha portato a galla i presunti illeciti nel lavori di dragaggio del porto di Pescara. All'Aquila, nell'ambito del post terremoto, la Picardi ha praticamente indagato e arrestato numerose persone che hanno fatto parte a vario titolo della filiera della ricostruzione: dai tecnici che hanno gonfiato i lavori, agli amministratori comunali compiacenti, fino ad arrivare alle stesse ditte edili, accusate tra le altre cose anche di aver sfruttato gli stessi operai. Sue le inchieste nei puntellamenti, sulla realizzazione di parte dei moduli abitativi provvisori (Map).