Il terremoto che scuote la struttura comunale di Giulianova si conclude quando il sole è già alto e l'ultimo arresto è compiuto. In carcere finisce Maria Angela Mastropietro, dirigente comunale del settore finanziario del Comune, colei che sarebbe alla base, stando alla ricostruzione della procura, del giro di corruzione a cui le indagini vogliono porre fine. A Castrogno però finisce anche suo marito, Stefano Di Filippo, oltre agli imprenditori giuliesi (e fratelli) Andrea e Massimiliano Scarafoni. Ma i sostituti procuratori Andrea De Feis e Luca Sciarretta chiedono anche quattro misure per arresti domiciliari, con altri destinatari eccellenti: Nello Di Giacinto, ex assessore comunale ma coinvolto nelle vesti di imprenditore; Filippo Di Giambattista, implicato nella veste di presidente della Giulianova Patrimonio (società in house del Comune); Carmine Zippilli, funzionario del settore patrimonio della Asl di Teramo e Sergio Antonilli, di Isernia, socio della Ri.Ma., gestita per l'accusa da Di Filippo. Le ordinanze (quattro in carcere e quattro agli arresti domiciliari) eseguite dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Teramo, diretta dal colonnello Paolo Balzano, sono state firmate dal gip Domenico Canosa. In principio fu l'inchiesta aperta nel novembre scorso dalla procura di Teramo per far luce su una serie di aggiudicazioni di appalti a Giulianova. Indagini che hanno portato subito ad iscrivere sette persone sul registro degli indagati, nomi che in parte si ritrovano negli arresti di ieri: ci sono Maria Angela Mastropietro, Stefano Di Filippo, Andrea e Massimiliano Scarafoni, e Sergio Antonilli. Ma tra gli indagati iniziali spuntano anche i nomi dell'imprenditore teramano Armando Di Eleuterio e quello del legale rappresentante della Ri.Ma., Antonio Ricci. Le indagini, sotto il coordinamento del procuratore Antonio Guerriero, non si sono però fermate, portando agli otto arresti di ieri ed all'iscrizione di 25 persone sul registro degli indagati. Indagini che, come reso noto, si avvarrebbero di intercettazioni, testimonianze, sequestro di atti ed accertamenti tecnici. Ed ulteriori sviluppi non sono esclusi. La Mastropietro è implicata anche in un filone che riguarda l'appalto dei rifiuti a Roseto e Silvi, per il quale rischia il processo.
LA RICOSTRUZIONE Per la procura le accuse a vario titolo sono corruzione, tentata concussione, tentata induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d'ufficio, falsità in atti pubblici e in materia edilizia ed urbanistica. Ipotesi, per chi indaga, commesse in concorso tra loro dalla Mastropietro a favore di imprenditori e altri professionisti per avere denaro o altri utili per sé ed il proprio coniuge, approfittando proprio del suo ruolo nel Comune di Giulianova (prima dirigente del settore lavori pubblici, alla notizia dell'inchiesta spostata nel settore finanziario). Un giro di corruzione da centinaia di migliaia di euro, che vede la procura mettere sotto la lente di ingrandimento la lottizzazione del Lido delle Palme, la ristrutturazione del campo Castrum (da cui prende il nome l'operazione, denominata per l'appunto «Castrum») e lavori di messa in sicurezza di alcune scuole. A finire nell'inchiesta (e ai domiciliari) anche un funzionario Asl, Carmine Zippilli, che avrebbe attestato come la ditta degli Scarafoni avesse compiuto lavori al vecchio ospedaletto di corso Porta Romana a Teramo per 215mila euro, a fronte invece di lavori reali di 90mila euro (in cambio dell'installazione di fotovoltaico a casa). Il presunto danno economico subito dall'azienda sanitaria (125mila euro) è stato oggetto di un sequestro preventivo eseguito proprio ai danni della società.