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Pescara, 24/11/2024
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Data: 25/05/2017
Testata giornalistica: Il Centro
I viadotti a rischio finiscono in procura. Sono 107. Con il Codacons che presenta un esposto. Sulla base del nostro servizio. Mentre spunta una lettera di D'Alfonso a Delrio. Fabris (Strada dei Parchi): «Fatto quanto in nostro potere, dal Mit operato illogico»

Dopo la denuncia del Centro (leggi l'articolo)

PESCARA Voltare le spalle e fare finta di nulla non è più possibile. Sono 107 i viadotti a rischio dell'A24 e l'A25. Il servizio giornalistico e le fotografie pubblicati ieri dal Centro hanno messo in luce il grave problema dell'insicurezza delle nostre autostrade. Gli automobilisti rischiano. E ci si chiede: chi è responsabile dei ritardi dei lavori? Chi deve intervenire tra ministero delle Infrastrutture, Anas e Strada dei Parchi? E, nel caso davvero malaugurato di un crollo, chi ne risponderebbe penalmente e civilmente? Domande senza risposteEcco le domande sul tappeto. Che un po' tutti cominciano a farsi in Abruzzo e non solo. Ed è proprio per questo che voltare le spalle a questo punto non è più possibile. Soprattutto dopo aver visto le immagini di quei giunti sollevati e quei supporti antisismici spaccati. Immagini che, ecco la prima novità, hanno spinto il Codacons, l'associazione dei consumatori, a presentare un esposto in procura. Allegando naturalmente alla denuncia le due pagine del Centro con le foto choc dei viadotti a rischio. Mentre la politica (vedere l'articolo a fianco) sembra orientata ad attribuire le responsabilità dei ritardi al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. E quindi al ministro Graziano Del Rio. Che, inevitabilmente, sarà chiamato a fornire risposte agli interrogativi che continuano ad essere sollevati in Parlamento e fuori. Quasi tutti con una preoccupazione: tutelare la sicurezza degli automobilisti.Ministero a fondo Intanto il Centro va avanti con la sua inchiesta. Portando alla luce fatti e numeri di una vicenda inquietante che si trascina da troppo tempo. Sono per esempio addirittura 327 gli interventi necessari per mettere in sicurezza i viadotti delle due autostrade gestite dalla concessionaria Strada dei Parchi. Che non a caso è ricorsa al Tar contro il ministero per sbloccare i fondi. 107 viadotti, di cui 64 relativi all'A24 (la Roma-L'Aquila-Teramo) e 43 all'A25 (la Torano-Pescara). Numeri enormi. Da record. Che cominciano a delineare meglio la dimensione del rischio e delle risorse necessarie per porvi riparo. Numeri che, il 19 aprile scorso, ecco un'altra novità importante scoperta dal Centro, hanno spinto il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, a scrivere al ministro Delrio, al capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio e ai quattro prefetti delle province abruzzesi. Nella lettera del governatore, senza tanti giri di parole, si paventa addirittura il rischio, anche in Abruzzo, di tragedie come quella che, il 9 marzo scorso, è costata la vita a moglie e marito, che viaggiavano nell'auto schiacciata dal ponte di Camerano, sull'A14. Quel ponte è crollato. Come potrebbero cadere pezzi anche dai viadotti delle autostrade che collegano Roma a L'Aquila e Pescara. «Caro Graziano...«Signor Ministro, caro Graziano», comincia così la lettera di D'Alfonso a Delrio. Un collega di partito, ma anche un interlocutore duro nella vicenda viadotti. Questi i passaggi chiave della missiva: «Le ulteriori sollecitazioni sismiche intervenute (le scosse di agosto e ottobre del 2016, ndr) hanno contribuito a determinare un peggioramento della citata problematica della strada provocando dislivelli nella pavimentazione dei viadotti». E poi: «In considerazione dell'elevato rischio sismico che insiste nell'area di interesse nonché delle numerose e ripetute segnalazioni degli utenti in relazione al rischio percepito, è necessario intervenire tempestivamente, compiutamente per la messa in sicurezza dei viadotti». Ancora: «Per queste ragioni, chiedo di verificare la conclusione dell'istruttoria propedeutica all'avvio dei suddetti lavori non più rinviabili alla luce di tutto ciò che sta accadendo in corrispondenza di numerose articolazioni del patrimonio infrastrutturale italiano». Cioè alla tragedia di Camerano.A colpi di canoniCosa è successo dopo l'invio della lettera? Niente, anzi la situazione si è ulteriormente ingarbugliata. Il ministero delle Infrastrutture (Mit) non ha sbloccato i fondi (200 milioni depositati in banche come accantonamento per i canoni di concessione), tanto che Strada dei Parchi ha deciso di ricorrere al Tar. Mentre, nel frattempo e con gli automobilisti che rischiano, Mit e Anas si contendono aspramente i soldi.

«Non tocca ai cittadini pagare il conto». L'avvocato Ruggieri oggi invia le denunce ai pm. Scende subito in campo anche Codici

PESCARA«Apprendiamo con sgomento dal Centro lo stato di pericolosità e degrado in cui versano le autostrade abruzzesi. Siamo convinti che agli automobilisti, che pagano quasi 20 euro di pedaggio per recarsi a Roma (e altrettanti per tornare) interessino poco il rimpallo di responsabilità o le lungaggini burocratiche che stanno mettendo a rischio la loro quotidiana sicurezza».E' l'associazione Codacons a scendere subito in campo dopo gli articoli del Centro sulle condizioni dei viadotti delle due autostrade, A24 e A25, e il rischio che corrono gli automobilisti.Per l'avvocato del Codacons, Vittorio Ruggieri, ci sono gli estremi di reato: «Per queste ragioni la nostra associazione, ritenendo che ci siano i presupposti per una notitia criminis, trasmetterà le due pagine del Centro di questa mattina (ieri, ndr) alle Procure della Repubblica competenti, affinché vengano presi gli opportuni adempimenti, oltre a valutare la possibilità di mettere in piedi una class action». E ancora: «E' chiaro infatti che lo scaricabarile tra Ministero dei Trasporti e Società Strada dei Parchi, se non verrà approvato il Pef e non verranno sbloccati i 200 milioni di cauzione, porterà sicuramente all'aumento delle tariffe autostradali per reperire i 194,5 milioni necessari per gli interventi, aggiungendo al danno la beffa. Sono infatti ben 107 i viadotti interessati da fenomeni di scalinamento (64 sulla A24 e 43 sulla A25). Inoltre ci chiediamo: se ci scappa l'incidente o peggio ancora la tragedia chi risponde? Per questo», conclude l'avvocato del Codacons, «riteniamo che le procure debbano intervenire». Ma il Codacons non è la sola associazione a prendere di petto il problema delle autostrade a rischio. Anche Codici scende immediatamente in campo. «In merito all'articolo apparso sul Quotidiano Il Centro del 24.05.2017 dal titolo: "Autostrade, ecco le immagini choc dei viadotti abruzzesi"», scrive Giovanni D'Andrea, presidente regionale di Codici. Che afferma: «E' a dir poco inquietante che l'autostrada dei Parchi, tra le più care d'Europa, la cui concessione da oltre dieci anni, è in capo al Gruppo Toto, è ridotta in condizioni tali da costituire pericolo per la sicurezza e la pubblica incolumità».Codici incalza: «Ci domandiamo come sia possibile che il concessionario, tenuto per legge ad effettuare le manutenzioni ordinarie e straordinarie dei viadotti, in tutti questi anni abbia incassato tanti milioni di euro senza provvedere a programmare gli interventi di manutenzione lasciando che la situazione degradasse a tal punto da mettere in pericolo la sicurezza pubblica». E ancora: «Ci chiediamo cosa ha fatto in tutti questi anni l'Anas che per legge avrebbe dovuto controllare la ditta concessionaria ed imporre ad essa i lavori di manutenzione previsti dal contratto di concessione?».D'Andrea conclude: «L'Associazione Codici Abruzzo a tutela dei cittadini che vedono sempre più lesi i loro diritti e che sono costretti a pagare continui aumenti tariffari porrà in essere tutte le azioni necessarie atte ad accertare eventuali responsabilità in sede sia civile che penale sia della ditta concessionaria sia degli enti che avrebbero dovuto controllare e fare in modo che non si arrivasse a questa situazione». (l.c.)

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