MONTESILVANO Momenti di tensione, ieri mattina a Città Sant'Angelo, per il ritrovamento di un ordigno abbandonato sui binari della ferrovia: non sarebbe mai esploso, ma era fatto con bulloni e fili elettrici. Un gesto dimostrativo. L'allarme è scattato poco prima di mezzogiorno quando degli operai addetti alla manutenzione della linea adriatica hanno notato la presenza di un involucro sospetto in una zona dei binari non accessibile ai non addetti ai lavori. La presunta bomba è stata rinvenuta in particolare nel tratto compreso tra Montesilvano e Silvi Marina, sul territorio di Città Sant'Angelo, poco distante dal fiume Saline e all'altezza del casello autostradale della A14. A mettere in allerta i tecnici è stata soprattutto la presenza di alcuni fili elettrici che avvolgevano un involucro di cellophane bianco. Così è scattata immediatamente la segnalazione alle forze dell'ordine e sul posto sono arrivati gli agenti della Polfer e gli artificieri della polizia di Stato. Contemporaneamente, a partire dalle 12,10 il traffico ferroviario è stato interrotto per consentire la bonifica dell'area. L'ordigno è stato dunque fatto brillare dagli artificieri, mentre la Polfer ha presidiato la zona interessata, facendo allontanare la popolazione per evitare rischi. La zona in cui è stato trovato l'ordigno, infatti, è piena di abitazioni e attività commerciali e poco distante dalla trafficatissima nazionale. All'esito dell'intervento, è emerso che il pacco sospetto era un vero e proprio ordigno, definito «rudimentale e dimostrativo», ma privo di materiale esplosivo al suo interno. In particolare la "finta bomba" era costituita da quattro tubi metallici, chiusi con della carta agli estremi e riempiti con dei bulloni al posto del tritolo. L'ordigno non sarebbe quindi mai esploso ma, a detta degli investigatori, era stato costruito a regola d'arte e per questo si ipotizza che possa esserci dietro la volontà di compiere un gesto dimostrativo. Sulla parte esterna dell'involucro, inoltre, era stata fissata una grande calamita e per questo non si esclude che l'ordigno possa essere stato inizialmente attaccato sotto a qualche treno e si sia staccato all'altezza di Città Sant'Angelo. Così come non è da escludere l'ipotesi che l'ordigno possa essere stato fissato con il magnete su uno dei pali che costeggiano i binari e, anche in questo caso, possa essersi staccato finendo nella posizione in cui è stato trovato dagli addetti alla manutenzione. Ciò di cui sono abbastanza convinti gli inquirenti, invece, è che la finta bomba non fosse lì da troppo tempo per via delle buone condizioni in cui appariva. Al termine delle operazioni, intorno alle 13,20, la zona è tornata nuovamente accessibile, così come è stata riaperta la circolazione dei treni che hanno accumulato ritardi. Spetterà ora alla Polfer, diretta da Davide Zaccone, dare seguito alle indagini per individuare i responsabili del gesto che, seppure non avrebbe potuto avere conseguenze in termini di sicurezza, dal momento che non sarebbe mai esploso, crea ugualmente allarmismo e preoccupazione tra gli inquirenti, ma soprattutto tra la popolazione.