CHIETI Goffredo De Carolis, sindacalista Cisal, rappresentante del personale tecnico-amministrativo in Senato accademico e storico oppositore del dg Filippo Del Vecchio, stringe in mano il cartello con su scritto "l'Ima non si tocca" che fu lo slogan della protesta dei lavoratori dell'università d'Annunzio contro il taglio dell'indennità. La foto è stata scattata all'indomani della sentenza del giudice del lavoro Ilaria Prozzo che condanna l'ateneo dannunziano a ripristinare il salario accessorio per tutto il personale, erogando anche gli arretrati, a partire da quando, il primo agosto del 2014, il direttore generale Del Vecchio non decise di tagliarlo. L'università dovrà ora sborsare circa 2 milioni di euro per ripagare i 220 lavoratori che non hanno più percepito l'indennità accessoria di circa 300 euro mensili. Soddisfazione viene espressa anche dai rappresentanti della Flc Cgil che parla di «grande vittoria dei lavoratori dopo tre anni di lotta».«È una data storica, quella del 25 maggio 2017 - la data della sentenza favorevole ai dipendenti - per le lavoratrici e i lavoratori dell'università d'Annunzio di Chieti-Pescara, che hanno visto finalmente risolta in loro favore la grave controversia iniziata nell'agosto 2014, quando con atto unilaterale del direttore generale, Filippo Del Vecchio, è stata sospesa l'erogazione del trattamento economico accessorio denominato indennità mensile accessoria», si legge nella nota. Dall'agosto del 2014 ad oggi, sono trascorsi tre anni densi di trattative», si legge ancora nella nota, «che hanno visto le organizzazioni sindacali dell'ateneo Flc Cgil, Cisl-Univ, Uil-Rua, Csa-Cisal e la Rsu - non viene nominato però il sindacato Cisapuni - farsi portavoce delle giuste richieste dei dipendenti attraverso un lavoro certosino di ricerca, di ricostruzione e di interpretazione dei dati, oltre che di continuo confronto-scontro con una governance spesso sorda e assai poco ricettiva nel rispetto di accordi da essa stessa sottoscritti». Adesso però, dice ancora l'organizzazione sindacale, «rimangono aperte ed irrisolte tutte le questioni relative alla gestione del Fondo accessorio - vale a dire il fondo dal quale viene erogata l'Ima - anche a seguito delle decisioni assunte in merito dal Mef». Ed è proprio a Roma, sui tavoli del Ministero di economia e finanza, che ora si sposta la partita, visto che il problema si pose proprio a seguito di una delle tante ispezioni ministeriali in ateneo.«Confidiamo», conclude il sindacato, «che con la nuova amministrazione sarà possibile affrontare anche i problemi del Fondo accessorio».