ROMA Cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti e per tutta la durata dell'amministrazione straordinaria di Alitalia. Modulata e flessibile, ovvero a zero ore o a rotazione, sulla base delle esigenze aziendali allo scopo di ridurre le spese in maniera strutturale e «mantenere la compagnia competitiva e appetibile sul mercato». La lettera di 8 pagine indirizzata alle organizzazioni sindacali dai tre commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari traccia la road map di come affrontare, con gli ammortizzatori sociali, la riduzione del costo del personale. E non lascia dubbi sulla necessità di dover imporre sacrifici dolorosi. «Serve - scrivono i tre commissari - un radicale efficientamento organizzativo per adeguare il dimensionamento dell'organico, riconsiderando la struttura organizzativa in ogni ambito (aree di staff, commerciale, manutenzione, amministrazione e finanza, risorse umane, sistemi informativi, servizi di terra)». Il che significa una sforbiciata netta con la Cigs a zero ore per il personale di terra, anticamera della più drammatica via che porta agli esuberi. Stesso discorso, ma con la Cig a rotazione, per piloti e hostess. Perchè «il personale navigante, che peraltro risulta già in esubero, va adeguato al dimensionamento della flotta, alla rivisitazione del network e all'anti-economicità di alcune rotte».
I DETTAGLI
La richiesta della Cigs per 10.619 dipendenti, è scritto nero su bianco, è quindi funzionale a tenere i conti in ordine per agevolare e «creare i presupposti per la formulazione di valide offerte di acquisizione di beni e assets aziendali», anche ai fini di «una ricollocazione della forza lavoro disponibile». Insomma, i commissari, almeno a livello teorico, provano ad andare incontro alle richieste di Lufthansa, Ryanair e EasyJet, che hanno già fatto capire di essere interessate, ma prima di analizzare il dossier chiedono di asciugare gli organici. O quanto meno di poter trasformare la cassa a zero ore in esuberi permanenti. Del resto la Cigs ha una durata limitata ed è una sorta di strada obbligata verso il licenziamento.
Per questo un capitolo della lettera, che Il Messaggero ha potuto consultare, è tutto dedicato alle modalità di attuazione della cassa. La durata del paracadute, come detto, sarà uguale al commissariamento, quindi minimo un anno, e dovrà garantire comunque l'operatività. Dovrà essere flessibile per adeguarsi sia alle «eventuali riduzioni di aeromobili», che alla stagionalità. Insomma, sarà legata all'andamento del mercato e alle richieste dei vettori intenzionati ad acquistare Alitalia. Per questo la cassa integrazione a rotazione riguarderà, almeno a livello teorico, tutto il personale navigante (1.351 risorse del personale tecnico e 3.365 del personale di cabina). Dal prossimo mese e solo in questa prima fase saranno invece messi a riposo 190 piloti e 340 assistenti di volo. L'azienda si riserva ovviamente di aumentarne il numero, anche se i dati che arrivano dal mercato sembrano molto positivi, almeno dal medio raggio. E punta a favorire chi si presenterà volontario.
Anche per il personale di terra vale lo stesso meccanismo. Coinvolti nella cassa a zero ore sono tutti i 5.903 dipendenti, fatti «salvi i profili professionali non sostituibili». La misura riguarderà per ora 823 risorse e potrà essere estesa dopo la consultazione con i sindacati. Nel mirino tutte funzioni: corporate, finanza, i servizi ai clienti, la contabilità, strategie e pianificazione, information technology. Per consegnare ai nuovi acquirenti una compagnia pulita e senza inefficienze.
Forti disagi a Fiumicino per i 200 voli cancellati
Uno sciopero di otto ore e 200 voli cancellati. Giornata da dimenticare, quella di ieri, per il Leonardo da Vinci di Fiumicino. Una domenica da bollino nero a causa della mobilitazione indetta, dalle 10 alle 18, dai sindacati Cub e Confael Assovolo sul caso Alitalia. Duecento i voli cancellati dalla compagnia sull'intera rete.
AI TERMINAL
All'aeroporto di Fiumicino, nonostante i preavvisi, non sono mancati i disagi. La compagnia è comunque riuscita, in questi giorni, a riproteggere oltre 80% dei propri passeggeri su altri voli. Davanti ai banchi Alitalia al terminal 1, una sessantina di passeggeri sono in fila, per lo più viaggiatori provenienti dall'estero e che non hanno trovato la coincidenza prevista allo scalo romano. Lunghe file ai check-in e ritardi nelle operazioni di imbarco. Passeggeri su tutte le furie che hanno dovuto attendere diverse ore prima di salire a bordo di un velivolo che li portasse a destinazione.
LE REAZIONI
«Siamo arrivati dall'Australia- dice un australiano di origine italiana in compagnia della moglie e dei bambini- dovevamo proseguire per Catania ma qui abbiamo trovato una brutta sorpresa. Non sapevamo nulla dello sciopero della compagnia». «Il mio volo - racconta un'altra passeggera- per Verona è stato cancellato e dovevo andare a trovare mia figlia: spero di riuscire a partire ora entro la serata». «Spero di poter partire al più presto- dice invece un viaggiatore diretto a Milano- se non riesco a decollare entro poche ore avrò seri problemi per il lavoro. Ormai volare in Italia è un terno al lotto». «Avevamo il volo di mattina presto- fa sapere una famiglia- ma siamo ancora in attesa, crediamo che a questo punto convenga organizzarsi in modo diverso». Sono comunque molti i passeggeri che, visto lo stato di agitazione, hanno preferito rinunciare a volare e magari raggiungere le città italiana con il treno. In centinaia si sono recati alla stazione ferroviaria per prenotare i biglietti. «È possibile rilanciare Alitalia senza licenziamenti - hanno ribadito le sigle sindacali- e senza tagli, ma attraverso un intervento pubblico che faccia rinascere la compagnia di bandiera garantendo sviluppo e la stabilizzazione di tutti i precari». «Lo sciopero ha avuto un'alta risposta- spiega un pilota Alitalia- le stime di adesione si aggirano intorno al 25% del personale navigante. Si tratta di una protesta di rabbia - continua il comandante- è assurdo manifestare contro una società che è stata già commissariata».