ROMA«Non è stato risolto il problema della messa in sicurezza dei viadotti e non è stato chiarito su chi ricada il relativo onere economico». Mauro Fabris, vice presidente di Strada dei Parchi, la concessionaria delle autostrade abruzzesi A24 e A25, lo dice senza mezzi termini: «Stando così le cose, il rischio è che, alla fine, a pagare siano gli utenti».Insomma, una bocciatura del testo licenziato dalla commissione Bilancio della Camera sulla messa in sicurezza di A24 e A25?«Un testo che ci lascia sconcertati».Addirittura...«Sì, perché contraddice totalmente tutto ciò che il ministero delle Infrastrutture e il ministro Delrio hanno fatto e detto».Da dove cominciamo?«Stamattina (ieri mattina) a Firenze il ministro ha detto testualmente che una sentenza di un tribunale dice che quei soldi, ossia i canoni concessori accantonati da Strada dei Parchi, vanno al ministero delle Infrastrutture. Ma poi scopriamo che, a distanza di qualche ora, vengono assegnati all'Anas».E che altro?«Il 14 aprile la Direzione generale per la Vigilanza sulle concessioni autostradali approva il piano di intervento straordinario antiscalinamento per 169 milioni a fronte degli oltre 200 milioni da noi stimati. E il 3 maggio ci intima addirittura di iniziare subito i lavori. Ma ora con il testo della commissione Bilancio cambia tutto».In che modo?«Si fissa il limite di 111 milioni di euro, contraddicendo la stima di 169 milioni fatta dal ministero. Contemporaneamente si chiede alla concessionaria di presentare un piano di convalida per gli interventi urgenti da approvare entro il 31 agosto 2017. Altra contraddizione».Perché?«In pratica ci stanno dicendo che il piano che ci è stato già imposto deve essere rifatto e approvato entro la fine di agosto. Vuol dire che questi interventi non sono più urgenti?».Risponda lei alla domanda.«Quei lavori li abbiamo già consegnati e ci apprestiamo a chiedere i danni. Perché se dal piano di convalida dovesse emergere la necessità di fare lavori diversi da quelli che ci sono già stati chiesti chi li pagherà?».Vuole azzardare un'ipotesi?«Quel che è certo è che questi lavori esulano dalla ordinaria manutenzione e sono fuori dal Piano economico e finanziario. In più la somma di 111,7 milioni copre circa la metà dei costi stimati. Chi pagherà la differenza? Il rischio è che finirà per ricadere sugli utenti»