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Data: 30/05/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Infrastrutture, via a 47 miliardi in 15 anni

ROMA Un piano da 47 miliardi per le infrastrutture. Da realizzare nei prossimi 15 anni con risorse pubbliche, criteri trasparenti e tempi certi. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha firmato ieri a Palazzo Chigi il decreto di ripartizione dei fondi previsti dalla legge di Bilancio 2017. Che prevede, come noto, l'istituzione di un nuovo fondo, con una dotazione di 1,9 miliardi per il 2017, 3,15 miliardi per il 2018, 3,5 per il 2019 e tre miliardi per ciascuno degli anni dal 2020 al 2032.

I CRITERI Si tratta di risorse spendibili solo entro i tetti annui indicati. Spetta infatti ai decreto la ripartizione per obiettivi e l'articolazione annua della spesa sulla base dello stato di avanzamento dei progetti. Palazzo Chigi privilegerà la capacità dell' «immediato avvio dei cantieri». «Purtroppo negli ultimi anni - ha spiegato Gentiloni - gli investimenti pubblici non hanno avuto il ritmo che avremmo voluto. Ma con la fortissima iniezione di risorse data con il decreto e con il completamento della revisione del Codice appalti, possiamo ripartire, dare ossigeno alle ripresa. Nel nostro Paese non siamo abituati a una programmazione così lunga, ma per realizzare investimenti pubblici e grandi infrastrutture è questo l'orizzonte temporale giusto».
Il ministero dell'Economia avrà il compito di fare la regia, selezionando le richieste dei singoli dicasteri, considerando tre elementi: l'immediato avvio degli interventi; le ricadute sul mercato interno; la capacità di programmazione degli interventi su un orizzonte di più lungo periodo.
La fetta più grossa delle risorse è dedicata alle infrastrutture: vale circa 20,4 miliardi. Andranno al contratto di programma 2017-2021 di Rete ferroviaria italiana (9,9 miliardi) ma anche agli investimenti di Anas (circa 5 miliardi). Nel pacchetto, però, rientrano anche risorse per il trasporto pubblico locale e la messa in sicurezza della rete ferroviaria regionale. Una parte delle risorse sarà dedicata al fondo progettazione del Codice appalti, per realizzare gli elaborati delle nuove opere. Infine, ci saranno soldi per le infrastrutture portuali e il Mose. Poi c'è la messa in sicurezza: vale 7,7 miliardi con gli investimenti per la prevenzione del rischio sismico e gli interventi su scuole e edifici pubblici con il finanziamento del piano Casa Italia.
Una parte del piano indica come obiettivi il «miglioramento della qualità del territorio e delle città»: investimenti su reti idriche, edilizia sanitaria, difesa del suolo, barriere architettoniche. Questa sezione vale 1,7 miliardi. Difesa, competitività e ricerca completano il quadro degli investimenti (1,7 miliardi): includono l'informatizzazione della giustizia e il potenziamento del credito all'esportazione. Ancora, ci sono gli investimenti per la ricerca (2 miliardi: ricerca spaziale e ricerca scientifica, tecnologica e sanitaria. E, infine, gli investimenti per la sicurezza nazionale e l'alta tecnologia (12,8 miliardi): programmi del Mise e del ministero della Difesa.

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