Altra tragedia sul lavoro in provincia di Teramo. Nella tarda mattinata di ieri, Roberto Morelli, un giovane dipendente di una ditta di autotrasporti di 32 anni originario di Cercola (Napoli), ha perso la vita in un incidente che si è verificato nello spiazzale dell'azienda Metalferro di Castelnuovo Vomano, quando era intento a scaricare dal camion del materiale da consegnare. Da una prima ricostruzione l'uomo stava lavorando ad un macchinario quando è stato colpito violentemente alla testa presumibilmente da un braccio meccanico: inutile la folle corsa con l'auto al pronto soccorso del Mazzini di Teramo, dove è deceduto quasi subito. Nello spiazzo dell'azienda metalmeccanica le condizioni ai soccorritori sono apparse immediatamente gravi. I carabinieri, assieme all'ispettorato del lavoro e chiaramente alla magistratura, hanno aperto subito un'indagine. Sicuramente sarà disposta un'autopsia.
Dall'inizio dell'anno ad oggi in Italia sono morti sui luoghi di lavoro 257 lavoratori, facendo segnare un aumento del 16% rispetto al periodo precedente preso in considerazione. Con le morti sulle strade e in itinere, che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro si superano le 580 unità complessive. In Provincia di Teramo sono 3 dall'inizio dell'anno, 12 a Pescara, 6 all'Aquila e 3 a Chieti (dati dell'Osservatorio indipendente di Bologna). Purtroppo la nostra regione fa registrare un triste primato: in Italia è seconda per numero complessivo di morti sul lavoro (24) dietro solo al Veneto (27) e al pari di Lombardia (24). Sul dato però pesano le conseguenze della tragedia di Rigopiano, costata la vita a 29 persone, di cui 12 lavoratori della struttura, e lo schianto dell'elicottero del 118 avvenuto nei pressi di Campo Felice (L'Aquila). Un morto su cinque sui luoghi di lavoro di tutte le categorie è causato dal ribaltamento del trattore.
Duro, scorato e rammaricato il commento dei due segretari provinciale teramani Marco Boccanera di Fim-Cisl e Mirco D'Ignazio di Fiom Cgil: Quando il lavoro diventa morte non ci sono parole abbastanza profonde per poterne descrive l'ingiustizia. Un ragazzo di 32 anni, oggi, ha perso la vita mentre svolgeva il proprio lavoro in un'azienda della nostra provincia. Non sono ancora chiare le dinamiche dell'incidente e sarà compito della magistrature individuare cause e colpevoli. Quel che è certo, però, è che ci troviamo ancora una volta a piangere la vita di un lavoratore. Adesso è il momento del cordoglio e dell'abbraccio che vogliamo rivolgere ai familiari di questa giovane vittima. E per il futuro i due sindacalisti vorrebbero più certezze, e dunque più controlli, per quanto riguarda la sicurezza sui posti di lavoro: Anche per lui, vorremmo non dover vivere più drammi di questa natura. Non vorremmo più vedere aziende che sacrificano la sicurezza sull'altare del profitto, della competitività e della concorrenza. Vorremmo vedere controlli più costanti ed approfonditi da parte degli enti preposti e non vorremmo più vedere tagli a questi settori. Vorremmo chiudono Boccanera e D'Ignazio - che il lavoro fosse sempre sinonimo di dignità e mai più di morte.
Un paese civile e moderno dichiara il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo non può accettare oltre 1.000 morti e quasi 700 mila infortuni l'anno. Queste tragedie vanno combattute con maggiore determinazione, puntando sulla prevenzione e il contrasto a chi costringendo moltissime attività, penso al caso dei subappalti, a operare in condizioni di massima sicurezza