La Procura della Repubblica potrebbe aprire un fascicolo d'inchiesta sul caso delle particelle dell'area di Campo Nevada, nel cuore del Gran Sasso, che un privato si è intestato attraverso una voltura catastale, peraltro in corso di correzione in queste ore proprio da parte dell'ufficio. Il Comune, una volta appresa la vicenda, lo scorso 17 maggio ha inoltrato una possibile «notizia criminis» alla Magistratura attraverso un esposto firmato dal sindaco Massimo Cialente e dal dirigente Domenico De Nardis.
Dopo aver ripercorso le tappe della vicenda e ribadito che la piena proprietà di quel compendio immobiliare è del Centro Turistico del Gran Sasso, nel documento l'amministrazione evidenzia che «l'Agenzia delle Entrate ha inopinatamente variato l'intestazione catastatale» derivante da una domanda di voltura che comunque presenta degli aspetti poco chiari. In particolare «l'apposito spazio della domanda destinato ad indicare eventuali poteri di rappresentanza per conto terzi è in bianco». Parrebbe, inoltre, secondo il Comune, che come giustificativo sia stato presentato un atto di compravendita «di non si dove». «Indicazioni lacunose e oscure recita l'esposto e come tali avrebbe dovuto ritenerle anche l'Agenzia delle Entrate, quindi del tutto inidonee a procedere alla volturazione». In più, altro aspetto singolare, la domanda presentata sarebbe «priva della firma del richiedente e priva di data». Insomma, «secondo quanto risulta da tali atti l'Ufficio delle Entrate avrebbe volturato l'intestazione di un vasto compendio immobiliare, circa 100 ettari, dietro informale richiesta di un soggetto estraneo e non interessato, che ha addotto un titolo assolutamente fantasioso». Il problema, dunque, è perché si sia attivata una simile operazione. «Vengono in evidenza recita l'esposto comunale le finalità illecite che possono essere sottese, con specifico riferimento ad attività di cessione dei pascoli montani o a filoni contributivi pubblici in campo agropastorale». Va ricordato che la Campo Nevada Sas si è intestata le particelle in questione a inizio 2016 sulla scorta di una sentenza favorevole emessa dalla Corte d'Appello nel 2007, ma superata da un giudizio del Tribunale del 2013. Tutto ruota attorno agli atti di compravendita dei terreni, ceduti prima alla Campo Nevada (vendita poi annullata per un inadempimento della società) e poi al Centro Turistico. La Campo Nevada un anno fa aveva anche proposto un accordo di programma per investire 54 milioni di euro in nuove strutture e servizi. A scoperchiare il caso è stata l'associazione Progetto montagna.