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Data: 31/05/2017
Testata giornalistica: Prima da Noi
Consulenze, l’emendamento abruzzese che fa felici 143 mila politici italiani. Porta la firma del teramano Paolo Tancredi (Ncd). Ecco che cosa prevede

ABRUZZO. Un emendamento presentato in commissione Bilancio di poche righe riporta l’Italia indietro di 5 anni e fa tornare il sorriso sulle labbra degli amministratori pubblici in cerca di consulenze retribuite (dalla pubblica amministrazione, ovviamente).
Nastro riavvolto e si avvicina (siamo praticamente all’ottantesimo minuto della partita) il via libera: bisogna solo aspettare il via libera del Parlamento e poi i diretti interessati potranno ringraziare l’ingegnere teramano Paolo Tancredi (72,4% di presenze in aula e 19° esimo deputato più produttivo d’Italia).
Il problema lo aveva sollevato qualche settimana fa il sindaco di Fallo, Alfredo Salerno, ‘richiamando’ l’avvocato Armando Di Luca, assessore di Borrello, e consulente di alcuni comuni nell’ambito del contenzioso Acea per il pagamento dei sovracanoni del bacino imbrifero montano: «ricordo», aveva detto Salerno, «che chiunque ricopra cariche pubbliche non può essere retribuito per incarichi svolti presso altro ente ma può riprendere solo un rimborso spese».

Di Luca non ha replicato, probabilmente ha continuato a dormire sonni tranquilli e il 15 maggio scorso è parso in ottima forma anche a Montelapiano ad un pranzo con la senatrice Ncd, nonchè sottosegretario alla giustizia, Federica Chiavaroli.
A quell’incontro c’erano il sindaco di Montelapiano e altri sindaci che avevano incaricato propio Di Luca anche lui presente. C'erano il sindaco di Monteferrante, il sindaco Montebello sul Sangro, di Roio del Sangro, di Poggiofiorito, Arturo Scopino, Chiavaroli, Alessio Monaco, Danilo Petragnani consigliere Fossacesia, il sindaco Civitella Messer Raimondo
Chissà se tra una portata e l’altra Chiavaroli aveva già anticipato ai suoi commensali il lavoro del parlamentare Tancredi (Ncd) che in Commissione Bilancio alla Camera, impegnata sulla "manovrina", ha portato proprio l’ emendamento (firmato anche da Sanga del Pd) che fa riacquistare a 143mila politici locali di tutta Italia il diritto al “doppio incarico”, quello di consigliere per il quale ricevono emolumenti e rimborsi dal proprio ente d’elezione e quello di consulente avvocato, geometra, progettista o ingegnere collaudatore.
Unico limite: non farlo nell’amministrazione in cui occupano la poltrona.
Allora è tutto a posto: basta bussare dai colleghi dirimpettai.

«Così l’incompatibilità, come per magia, non c’è più – fa notare la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi, consigliere regionale M5S - Con tutti i problemi che hanno il nostro Paese e la nostra regione, gli onorevoli in questione si preoccupano di rilegittimare il doppio incarico per i politici».

Il governo Monti, cinque anni fa aveva messo un freno al doppio incarico a garanzia del risparmio e del buon andamento delle pubbliche amministrazioni e agli eletti venne vietato per legge di svolgere incarichi professionali remunerati. Al massimo, potevano percepire il rimborso delle spese sostenute e gettoni di presenza non superiori a 30 euro ma limitatamente a quelli obbligatori per legge, come il revisore dei conti. Per il resto, niente incarichi.

«Forse quella regola di buon senso dava fastidio a molti, così nella prima versione della manovrina l’incompatibilità è stata rimossa. Mi domando quanti politici locali abruzzesi fruiranno di questo regalo», continua Marcozzi.

Se l'emendamento dovesse essere confermato dal voto della Camera, il consigliere o assessore che volesse svolgere incarichi di avvocato o progettista per un’amministrazione pubblica potrà farlo semplicemente in quella a fianco.

«La scelta di cancellare il divieto per le pubbliche amministrazioni di dare incarichi professionali retribuiti a quanti sono già titolari di cariche elettive in enti locali è una vergogna perpetrata in danno dei tanti professionisti», insiste Marcozzi, «soprattutto giovani, che, nell'attuale periodo di crisi, si vedono ridurre le opportunità lavorative e di guadagno in favore dei rappresentati dei partiti. Chiediamo all’onorevole Tancredi di fare un passo indietro e adoperarsi per ripristinare il divieto preesistente per evitare che gli incarichi vengano subordinati a logiche partitiche anziché di garanzia del buon andamento dell’amministrazione» conclude Marcozzi.
Insomma si prevede un boom di consulenze pubbliche a politici e amministratori, perchè due compensi sono meglio di uno.

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