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Pescara, 24/07/2024
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Data: 01/06/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Manovra, fiducia ok ma c'è lo strappo di bersaniani e Udc

ROMA Affossare la legge elettorale è l'obiettivo degli esclusi dal patto tedesco. Per arrivare allo scopo, si comincia a sparare su tutto. Ieri è stata votata la fiducia alla manovrina, alla Camera, i voti favorevoli sono stati 315, i contrari 142 più cinque gli astenuti. Ma tra i no figurano anche quelli dalemian-bersaniani di Mdp, in contrasto con la norma sui contratti di prestazione occasionale. Stamane è prevista la votazione finale a Montecitorio, poi il provvedimento passerà all'esame del Senato. Il decreto deve essere convertito in legge entro il prossimo 23 giugno.
Anche l'Udc ha votato contro. A riprova che le fibrillazioni relative alla road map tedesco più voto post-balneare si riflettono su tutto. Mai prima d'ora i centristi scudocrociati avevano fatto mancare il proprio voto di fiducia al governo. Astenuti i 4 deputati di Scelta Civica-Ala e Lacquaniti del gruppo Misto.

CALCOLI Se anche al Senato Mdp e Udc non partecipassero al voto di fiducia sulla manovra, come hanno fatto alla Camera, il governo Gentiloni perderebbe voti ma potrebbe comunque riuscire ad andare avanti, in quanto i senatori che non entrano in Aula a votare abbassano il quorum. Diversa sarebbe, invece, la situazione ove quegli stessi gruppi decidessero di astenersi formalmente: in base al regolamento di Palazzo Madama, infatti, in Senato l'astensione vale come voto contrario. Al netto della ipotetica assenza dei 15 senatori di Mdp e dei quattro dell'Udc, i voti sicuri per il governo a Palazzo Madama si attesterebbero intorno ai 155, meno della maggioranza assoluta, senza assenze, che ammonta a 161 voti. Se Mdp e Udc si astenessero formalmente, l'opposizione arriverebbe più o meno allo stessa quota di 155 voti.

UNIONE EUROPEA La questione dei voucher è quella che spinge sulle barricate Mdp. A dare l'annuncio della lotta dura senza paura è stato il segretario Roberto Speranza: «Reputo sbagliato nel merito ridare spazio ad un nuovo strumento di precarietà senza alcuna condivisione con le associazioni dei lavoratori, ma soprattutto ritengo inaccettabile la scelta di raggirare il referendum e tutti gli italiani che hanno firmato i quesiti referendari. Per questo motivo oggi non voterò la fiducia al governo».
Si inserisce nella battaglia anche Maurizio Landini, il leader Fiom che sui voucher è spietato, e rilancia la manifestazione sindacale: «Si terrà a Roma il 17 giugno, sarà una grande iniziativa per il lavoro, la democrazia e i diritti. Il Parlamento sta facendo una cosa molto grave, che svilisce il ruolo del referendum e delle migliaia di firme raccolte». Renzi comunque non si fa impressionare dai cespugli in rivolta. Dà per acquisita la manovrina e pensa alla manovra vera e propria.

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