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Pescara, 24/07/2024
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Data: 01/06/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Arap, un mese per salvarsi «Carrozzone da 10 milioni». I revisori dei conti puntano l'indice sulla programmazione e sui troppi incarichi di consulenze esterne. Il presidente Leombroni: riuscirò a dimezzare le perdite. Cisl e Cgil chiedono lumi. La Uil verso Corte Conti

PESCARA Il presidente dell'Arap (ed ex commissario) Giampiero Leombroni è convinto: riuscirà a dimezzare le perdite del conto economico (vedere tabella accanto) pari a circa 10 milioni di euro. Nel frattempo però attorno all'Agenzia regionale per le Attività produttive - che nel 2011 ha assorbito di sei consorzi industriali (Teramo, L'Aquila, Avezzano, Sulmona, Val di Sangro e Vasto) le attività e soprattutto 25 milioni di debiti con l'obiettivo di uscire dal tunnel - permane una situazione che è stata bocciata dagli stessi revisori dei conti. E che, se restasse tale, lascerebbe l'Azienda al suo stato di ennesimo carrozzone pubblico. I revisori scrivono nella relazione collegiale che nell'Arap c'è uno stato di incapacità sistematica nel realizzare i flussi di cassa attesi. Non basta. La programmazione dev'essere più incisiva e la strada non può essere che quella di attingere alle potenzialità interne sia in termini economici che di risorse umane. Basta quindi a consulenze e incarichi esterni. Ma più attenzione agli uffici, ai dirigenti e ai direttori che fanno parte dell'Arap, dopo una cura dimagrante forzata che ha portato al demansiomento di 9 quadri e di 15 impiegati al prepensionamento.Il termine ultimo per guarire da questa situazione è di trenta giorni. Entro questo lasso di tempo, il Cda Arap deve portare il bilancio consuntivo e di previsione all'esame della giunta e del consiglio regionale per l'approvazione. I cui numeri devono essere diversi da quelli sottolineati in rosso dai revisori dei conti. E che sono stati già passati in rassegna nel corso di una drammatica udienza nella commissione di Vigilanza presieduta dal consigliere Mauro Febbo, alla quale ha partecipato anche l'assessore all'Attività produttive (e vice presidente della giunta regionale) Giovanni Lolli.Ecco perché Leombroni, incaricato direttamente dal governatore Luciano D'Alfonso, è in questi giorni super indaffarato nel trovare la chiave di volta per salvare l'Arap. La sua maggiore preoccupazione l'aveva d'altra parte comunicata un mese fa in una nota riservata direttamente al presidente chiedendo a lui una mano. E cioé l'insolvenza pari a circa 8 milio di euro da parte dei gestori delle reti idriche per i quali l'Arap svolge servizi di acquedotto, fognatura e depurazione attraverso i propri impianti. Una preoccupazione generata dalla situazione debitoria generale che caratterizza anche i tre gestori Sasi (Lanciano), Cam (Avezzano) e Saca (Sulmona) e dalla difficoltà di individuare le competenze gestionali degli impianti. Leombroni, accantonata per un momento la diaspora interna su consulenze e incarichi, poneva in sostanza un forte interrogativo: se i tre gestori, i cui soci sono i Comuni per i quali svolgono i servizi idrici, dovessero fallire, come farebbe l'Arap a sopravvivere?«In questi giorni siamo riusciti a chiudere diverse mediazioni», annuncia oggi il presidente Arap un po' più tranquillo, «con la Sasi ad esempio chiudiamo a 4 milioni di euro, con il Cam a 4,5 , con la Saca a 500mila euro imputando loro solo gli importi effettivi di spesa». In previsione c'è anche la cessione del depuratore di Punta Penna alla Sasi. E la vendita di una parte delle vecchie sedi dei consorzi industriali. «Alcune delle quali fin troppo lussuose», annota Leombroni


Cisl e Cgil chiedono lumi. La Uil verso Corte Conti

PESCARA Adesso ci sono tutti. Allo sbarramento iniziale posto dalla Uil al piano industriale e di riorganizzazione del personale dell'Arap si aggiungono le segreterie regionali di Cisl e Cgil Funzione pubblica. «A cinque mesi dalla sottoscrizione di quell'accordo», scrivono Vincenzo Traniello e Rita Candeloro, «non ci sono riscontri oggettivi nel miglioramento dei conti dell'Ente né tracce di una rimodulazione organizzativa che incida positivamente sull'attività». La trattativa ha portato all'esubero di 24 dipendenti. Ma i conti sono rimasti in rosso. «Si è preferito ricercare figure professionali esterne nonostante tali professionalità fossero già presenti nella dotazione organica aggravando la situazione debitoria», elencano i sindacati preoccupati anche dalle transazioni al ribasso che l'Arap sta conducendo con Sasi, Cam e Saca: «A questo si aggiunge una mancanza di qualità nei servizi alle imprese con ripercussioni negative sulla capacità attrattiva di investimenti». Cisl e Cgil chiedono un confronto al presidente Arap e all'assessore Giovanni Lolli. Anche la Uil, attraverso Giuseppe De Angelis e Alfiero Antonio Di Giammartino, chiede di essere ascoltata avvisando che in caso contrario valuterà l'opportunità di inviare un espossto alla Corte dei conti. «Sono pronto a prendermi le responsabilità», è la risposta del presidente Arap, Leombroni. Che annuncia di aver incaricato il suo legale di querelare i rappresentanti Uil perché in una nota alludono all'utilizzo di una carta di credito. «Io non ho mai avuto carte di credito dell'Arap», ribatte.

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