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Pescara, 24/07/2024
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Data: 01/06/2017
Testata giornalistica: Il Centro
In campo Rivera, uomo degli incarichi. Duca aquilano protagonista di una invidiabile ascesa. Ora da Dg del dopo Gerardis deciderà anche sull'ospedale di Chieti

PESCARA Da Del Turco a D'Alfonso passando per Chiodi. Dal castello di famiglia alla poltrona di direttore generale della Regione Abruzzo, passando per l'Aquila Rugby, il consiglio comunale e la giunta aquilana. E' il momento di Vincenzo Rivera, l'uomo a cui, tra oggi e domani, toccherà il compito di sbloccare il progetto di finanza delle polemiche, quello da 250 milioni del nuovo ospedale di Chieti. Ma chi è Rivera e qual è la sua storia? Quarantasei anni, erede dei duchi aquilani proprietari di bellissimi palazzi e di un castello è, anzitutto, un grand commis e memoria storica della Regione. Nonostante la giovane età. In passato è stato consigliere comunale e assessore all'Aquila, prima nella lista dei Socialisti democratici italiani e poi nel Partito democratico, quindi capo di gabinetto della presidenza con Ottaviano Del Turco, e oggi stretto collaboratore di Luciano D'Alfonso che, dieci giorni fa, lo ha messo in campo come direttore generale. Un ruolo delicato per il discendente dei duchi Rivera, nipote del parlamentare democristiano e fondatore dell'Università dell'Aquila dal quale ha ereditato il nome: Vincenzo. Un ruolo che gli dà ora il potere di individuare anche il responsabile unico del procedimento (Rup) del nuovo policlinico di Chieti. Per Rivera è il terzo incarico in due anni. Non è ancora ai livelli di Giampiero Leombroni oppure di Claudio Ruffini, fedelissimi di D'Alfonso, ma sembra destinato a diventarlo. Laureato in Scienze politiche, appassionato di rugby, riceve il primo incarico dal governatore D'Alfonso a gennaio 2015. In realtà, è un rinnovo dell'incarico di coordinatore della Struttura di coordinamento e raccordo istituzionale del presidente. Lo era già stato con Gianni Chiodi e Del Turco, del quale è stato capo di gabinetto per quasi un anno e mezzo. Ma è con D'Alfonso che Rivera diventa l'uomo del novantesimo minuto, del posto rimasto vacante all'ultimora, dell'emergenza da tamponare. Accade il 26 gennaio scorso quando il nobile aquilano viene nominato direttore del dipartimento "Presidenza e rapporti con l'Europa", subentrando al dirigente dimissionario Giovanni Savini. Riaccade il 22 maggio quando la giunta regionale, su proposta del presidente D'Alfonso, gli conferisce le funzioni di direttore generale vicario, dopo le dimissioni di Cristina Gerardis. «Al fine di garantire la necessaria continuità dell'azione amministrativa», ha scritto la Regione, facendo forse capire perché D'Alfonso scelga lui e non altri. Il governatore, dicono in Regione, lo considera un uomo di relazioni oltre che memoria storica degli ultimi 15 anni della macchina amministrativa regionale che conta molti aquilani al suo interno.Non ha un particolare curriculum, il duca Rivera, ma è una di quelle figure che può mantenere l'equilibrio con l'Aquilano, e a cui affidare, come è accaduto 48 ore fa, il compito di sbloccare il project financing del nuovo ospedale di Chieti. Dovrà scegliere tra i dirigenti regionali il nuovo Rup, dopo la revoca di Filippo Manci. Un'altra decisione in zona Cesarini.

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