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Pescara, 28/08/2024
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Data: 01/06/2017
Testata giornalistica: Mapero'
La marcia su Roma di Lilli Mandara

E adesso che si vota e c’è solo l’imbarazzo della data, coi 5stelle che vorrebbero il 10 settembre perchè l’8 è l’anniversario del V-day e il Pd invece il 24 settembre a condizione che tutto fili liscio con la legge elettorale, oppure il primo o il 22 ottobre, adesso alla Regione Abruzzo è di nuovo aria tesa. Anzi, tesissima.

Il governatore Luciano D’Alfonso sarebbe orientato a candidarsi al Senato e lo ha confidato ai suoi più stretti collaboratori già quando si ipotizzava di elezioni in autunno prima ancora dell’accelerazione impressa da Renzi. Sotto sotto il governatore si è fatto un calcolo di questo tipo: si candida al Senato senza lasciare la carica di governatore, tanto la reggenza verrebbe assegnata a Giovanni Lolli, che a Roma non dispiacerebbe per niente. Lui non opterebbe, non lo farebbe almeno fino a quando qualche giudice non lo costringesse a farlo, dipanando la matassa della legge Severino. Insomma, un po’ come ha fatto Vincenzo De Luca: per qualche mese potrebbe restare contemporaneamente presidente della Regione e senatore, sempre che venga eletto. E in queste doppie scarpe, mettiamo che arrivi a primavera 2018, quando con le amministrative si potrebbe aprire una finestra elettorale anche per la Regione: in quel caso, mancherebbe pochissimo alla scadenza naturale della legislatura e il gioco sarebbe bello che fatto.

La candidatura al Parlamento rappresenterebbe una onorevole via di fuga: un po’ dalle inchieste giudiziarie (sicuramente il cappello dell’immunità parlamentare gli farebbe molto comodo), un po’ da una candidatura bis alla Regione visto che ormai anche in casa Pd si dà per scontato che il centrosinistra perderà le prossime elezioni a meno che non punti su un vero cavallo di razza. In fondo, in Abruzzo ha sempre funzionato così (una volta vince la destra un’altra la sinistra) e poi la performance del centrosinistra al governo è stata piuttosto deludente.
Quindi Roma, a tutti i costi: D’Alfonso ha già rinunciato una volta a una candidatura che gli stava a cuore (da sindaco rifiutò a malincuore la Regione) e quasi sicuramente non lo farà adesso. Il tam tam racconta di una promessa che gli avrebbe fatto Delrio: una volta eletto potrebbe ricevere l’incarico di ministro o di sottosegretario ai Trasporti.
E fin qui tutto ciò che filtra dagli ambienti dalfonsiani. Ma a conti fatti, non è neppure così scontato che Renzi gli accordi la candidatura al Parlamento. E’ una carta che D’Alfonso dovrà giocarsi con molto impegno perchè negli ultimi tempi i rapporti tra i due non sono stati molto sereni: la figuraccia del referendum, con l’Abruzzo tra le regioni in cui il no ha sbancato non lo ha certo aiutato.

E insomma, i politici abruzzesi passeranno l’estate sotto la palma a fare le liste elettorali. Tra referendum e primarie Pd, la Regione Abruzzo ha perso un anno di tempo e di lavoro, e gli effetti si vedono tutti: non resta che scappare a Roma.
ps: e qui si comincerà a lavorare al toto-governatore, per trovare il successore di Luciano D’Alfonso. Lolli sarà il reggente, per qualche mese, ma non è detto che sarà il prossimo candidato governatore: quella poltrona da tempo è stata promessa a Luciano D’Amico. Ma si sa, a parole sono buoni tutti.

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