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Pescara, 24/07/2024
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Data: 02/06/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Abruzzo verso il voto spunta il rebus dei collegi elettorali

PESCARA Sette collegi per la Camera, tre per il Senato ma non ripartiti in modo omogeneo rispetto alla composizione delle quattro province. In altre parole, il pacchetto di voti detenuto da un candidato in un determinato territorio, potrebbe essere neutralizzato dal metodo di calcolo previsto nella bozza della nuova legge elettorale. I futuri parlamentari saranno infatti eletti per il 50% con il sistema proporzionale, attraverso la scheda unica che associa i candidati dei vari collegi alla lista di riferimento. Il numero degli eletti sarà dunque proporzionale ai voti, ma seguendo un determinato ordine: il primo degli eletti sarà il numero uno del listino circoscrizionale, riproponendo dunque il caso dei nominati o dei paracadutati da Roma. A seguire toccherà ai candidati che raccoglieranno più voti nei collegi uninominali, come detto disomogenei secondo la mappa disegnata per l'Abruzzo rispetto alla ripartizione provinciale del territorio. Infine, mettendo sempre in conto il nuovo sbarramento al 5%, toccherà agli altri candidati del listino.
In Abruzzo un emendamento del relatore alla nuova legge elettorale prevede sette collegi per la Camera e tre per il Senato. Per tornare a un esempio concreto, il collegio 4 della Camera comprende alcuni comuni del Pescarese, come Popoli, Penne, Città Sant'Angelo, assieme a quelli del Teramano: Roseto, Silvi, Giulanova. Per il Senato, il collegio n.1 accorpa i territori di Teramo, L'Aquila, Avezzano e Sulmona. Il collegio 2 (il più omogeneo): Ortona, Chieti, Lanciano, Vasto. Il collegio 3: Giulianova, Montesilvano e Pescara. Il nuovo metodo di calcolo delle preferenze, e la composizione dei collegi, potrebbe dunque fare correre grossi rischi anche ai grandi portatori di voti.

TERRITORI Insomma, sentirsi forte nel proprio territorio potrebbe non bastare e questo rischia di creare la caccia, in tutti i partiti, alla pole position del listino. Il timore maggiore è che la cosiddetta candidatura bloccata possa essere imposta, come già avvenuto in passato, dalle segreterie nazionali. E non è la prima volta che sull'Abruzzo vengono paracadutati da Roma nomi poco graditi alla piazza o con scarsi legami con il territorio: vedi i casi di Antonio Razzi e Gaetano Quagliariello (Forza Italia) alle elezioni del 2013, ma anche quello di Yoram Gutgeld (chi lo ricorda più?) nelle liste del Pd. Al momento, nessuno muove i primi passi in attesa di conoscere l'esatto contenuto della nuova legge elettorale e le eventuali modifiche che potrebbe subire l'attuale bozza prima del voto finale in aula. L'agitazione resta però altissima, sia tra i parlamentari uscenti che tra gli aspiranti deputati e senatori, molti dei quali siedono oggi, sornioni, in Regione.

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