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Data: 02/06/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Acqua e zero manutenzione così crolla il Progetto Case. Nel mirino ci sono anche gli impianti Rimesso un rapporto alla Magistratura

Gli alloggi antisismici di Coppito 2, (23 con 67 residenti) sono stati evacuati in fretta e furia dal Comune per un pericolo di crollo imminente a causa delle infiltrazioni di acqua che avrebbero minato i pilastri di legno, a causa a quanto pare della mancanza di guaina protettiva nei primi 20 centimetri. Ma l'utilizzo di eventuali materiali scadenti non sarebbe l'unico responsabile dell'ennesimo esodo degli sfollati in altri luoghi. Infatti secondo le testimonianze degli stessi inquilini del progetto Case ed i primi sopralluoghi effettuati dagli esperti, si sarebbe evidenziato come la marcescenza fosse da attribuire alla mancata manutenzione degli impianti e non solo all'acqua piovana infiltratasi per difetti di costruzione. Ieri mattina l'interruzione negli edifici evacuati dell'erogazione dell'acqua avrebbe comportato la contestuale assenza di infiltrazioni. Sempre ieri, i militari del Corpo forestale dello Stato dell'Aquila, hanno effettuato un altro sopralluogo i cui risultati verranno depositati al sostituto procuratore Roberta D'Avolio, già titolare della maxi inchiesta sul crollo dei balconi.

LE REAZIONI Ieri mattina, l'avvocato Roberto Tinari (candidato consigliere per il cetrodestra), residente a poca distanza dagli alloggi evacuati, ha depositato negli uffici della Procura una denuncia chiedendo l'avvio di una inchiesta. «Considerato si legge nell'esposto - che negli anni passati diverse sono state le segnalazioni dei residenti, e rilevato che il degrado in cui versa la struttura non è questione di giorni o mesi ma di anni di incuria e trascuratezza e la fatiscenza riguarda varie parti dello stabile tanto da arrivare al punto di mettere a rischio la stessa stabilità, il sottoscritto, sporge ampia e formale denuncia nei confronti dei responsabili per tutti quei reati che saranno ravvisati». Nella vicenda figura già un grande assente: la Cosbau, ditta del Trentino Alto Adige, oggi fallita, che ha realizzato i manufatti incriminati. La Cosbau ha realizzato anche due edifici a Cese di Preturo, un edificio a Paganica2, quattro edifici a Pagliare di Sassa e tre edifici a Sant'Antonio, tutti ugualmente da controllare. All'epoca del maxi appalto per la costruzione delle piastre antisismiche, Cosbau era un colosso dell'edilizia che fatturava fino a 190 milioni di euro l'anno. Nel 2013 il tracollo, accelerato dal blocco dei pagamenti proprio degli appalti aquilani disposto dalla Protezione civile tre anni prima. Tra il 2010 e 2011 il nome di Cosbau era divenuto famoso anche per un tentativo di scalata, mai andato in porto, da parte di soggetti, poi condannati, riconducibili alla criminalità organizzata, in particolare alla ndrangheta, che puntavano proprio alle ghiotte commesse ad affidamento diretto della prima emergenza post-terremoto 2009

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