TERAMO Il consiglio comunale di martedì prossimo politicamente è ancora un rebus da decifrare. La distanza fra il sindaco Maurizio Brucchi e i dissidenti della sua maggioranza non si è ancora colmata, anche perché ieri non ci sono stati gli incontri che erano stati preventivati per trovare un accordo prima di entrare in aula. Il sindaco ha detto che li incontrerà lunedì o martedì stesso, ma bisogna vedere se ci saranno tempo e modo per a convincere i dissidenti a entrare in aula e garantire il numero legale - e da questo punto di vista il più riottoso sembra essere Alfredo Caccioni - o se il consiglio rischia di saltare. È vero che c'è sempre la possibilità della seconda convocazione (il 13 giugno), ma da punto di vista politico sarebbe un ulteriore e forse definitivo segnale che l'amministrazione Brucchi è al capolinea. Le richieste dei dissidenti non sono cambiate: collegialità nelle scelte amministrative e giunta snella, composta al massimo da sei assessori in luogo dei nove attuali. Nella riunione di domani ci sarà un accordo su questo o quantomeno un'ulteriore tregua? È tutto da vedere. Del resto, deve essere l'attuale maggioranza a garantire il numero legale per lo svolgimento della seduta e Brucchi non può certo aspettarsi aiuti dall'esterno. Gli ex alleati del gruppo che fa capo a Mauro Di Dalmazio avrebbero fatto sapere che entreranno solo se già ci sarà il numero legale, altrimenti no saranno loro a garantirlo, e probabilmente farà la stessa cosa Raimondo Micheli di Fd'I-An. La situazione insomma è molto fluida e la sorte di Brucchi continua ad essere appesa a un filo, che però potrebbe trasformarsi in una robusta cima se andrà incontro alle richieste dei dissidenti. La seduta del consiglio è stata convocata per le ore 18 nella sala dell'Ipogeo in piazza Garibaldi. Al primo punto all'ordine del giorno ci sono le comunicazioni del sindaco, che dovrebbe far sapere se la crisi è superata e quale sarà eventualmente la nuova giunta. Poi, se la seduta dovesse andare avanti, i consiglieri saranno chiamati a votare sulla rimodulazione dei fondi del Masterplan.