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Data: 05/06/2017
Testata giornalistica: Il Centro
«Lei ha fatto vincere i soliti nomi amici suoi». Nuove intercettazioni degli imprenditori arrestati. Scarafoni sulla Mastropietro «Porcherie in ambito pubblico e privato, qui sta diventando un Burundi»

GIULIANOVA «Ha fatto le gare, procedura ristretta, ha fatto vincere i soliti nomi amici suoi...io non dico che alle altre parti sono cristallini, ma porca p. a Giulianova sta diventando un Burundi». Massimiliano Scarafoni (uno dei due imprenditori giuliesi arrestati) parla in auto con un suo collaboratore riferendosi a Maria Angela Mastropietro (la dirigente comunale dell'area tecnica finita in carcere): non sa di essere ascoltato, non sa che le sue parole tratteggiano il sistema di appalti e mazzette a Giulianova, quello che per l'inchiesta dei pm Andrea De Feis e Luca Sciarretta negli anni è diventato una sistematica e illecita elusione delle regole.Sistema risultato conosciuto da molti (ma mai denunciato), favorito dall'accentramento dei poteri e, molto probabilmente, dall'elevato grado di discrezionalità consentito nella selezione delle imprese. L'intercettazione cattura lo sfogo dell'imprenditore dopo la rottura di quello che, per la Procura, è «l'accordo corruttivo» con la Mastropietro e suo marito, consulente degli Scarafoni e titolare di una società di costruzione. A far saltare l'accordo i lavori per il campo Castrum a cui, si lamentano i fratelli Scarafoni in molte intercettazioni, loro non sono stati invitati.«Porcherie in ambito pubblico e privato» le chiama Scarafoni nel colloquio. E l'interlocutore, un suo collaboratore, risponde: «Non sono un operatore e non lo posso fare, però mi auguro che prima o poi qualcuno faccia tre righe scritte alla Procura e dica: vogliate verificare ilo criterio di rotazione degli inviti delle ditte e delle imprese, delle ditte di fiducia applicato dal Comune di Giulianova». Non sa che la Procura quel sistema illecito lo ha già messo nero su bianco in un complessa e circostanziata indagine con centinaia di intercettazioni telefoniche e ambientali che, insieme alle consulenze tecniche e bancarie, ne rappresentano la struttura portante. Ed è ancora Scarafoni, intercettato il 29 giugno dell'anno scorso mentre parla con una sua dipendente a dire, secondo gli inquirenti riferendosi proprio alle procedure seguite per l'assegnazione dei lavori del campo Castrum, «quei verbali se li legge il più stupido dei vigili urbani dice:ma questa è da arrestarla sta gente, ma come fa a fa ste cose».E nel voluminoso fascicolo sono finiti anche i messaggi WhatsApp tra gli Scarafani e Di Filippo. Uno in particolare in cui l'imprenditore elenca dettagliatamente i soldi dati attraverso consulenze e locali in comodato gratuito e tutto quello ottenuto in cambio. Al la fine scrive: «Per noi solo una rimessa». Di fronte al termitaio scoperchiato dall'indagine c'è da chiedersi se ci volevano le intercettazioni per accorgersi che la costante deroga alle norme di legge e un'assenza di controlli ha creato una sempre più organica collusione tra funzionari pubblici e imprese.

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