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Data: 06/06/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Forza Italia, collegi a rischio «Ma no alla lista con Salvini»

ROMA Silvio Berlusconi è in fase di euforia da campagna elettorale. Pensa di aver ritrovato, grazie al sistema tedesco che adora, la sua vecchia magia. Addirittura potrebbe dare un nome nuovo alla nuova Forza Italia che immagina super-pop (con dentro gli animalisti) e grillista-moderata sull'esempio del Partito dei cittadini scontenti che lui cita in continuazione e lo porta ad esempio a tutti i suoi interlocutori. «Questa formazione - spiega Silvio - nella Repubblica ceca si è piazzata seconda alle elezioni politiche e alle regionali hanno vinto quasi ovunque». Ma è ancora presto per il cambio del nome. Per ora, c'è da organizzare una «grande campagna elettorale», l'obiettivo è quello di arrivare - anche tramite patti con partitelli stile Udc di Cesa che può portare voti nel Lazio e in Calabria - al 20 per cento «ma non mi pongo limiti». Il sistema tedesco lo entusiasma a tal punto che spiega Berlusconi: «Per noi è un sistema win, win, win». Ovvero? gli chiedono i suoi. E lui: «Comunque vada, sarà un successo. Se arriviamo primi, arriviamo primi. Se arriviamo secondi, è un successone. Se arriviamo terzi, ma a ridosso del secondo, saremo fondamentali. Dipende soltanto da noi: dobbiamo sgobbare e fare assolutamente il pienone nel proporzionale». L'euforia è condita di giudizi così: «Salvini? Un rompiscatole».
PROBLEMA NORD
Il problema è che, come gli dicono i sondaggi e come lui ormai dà per scontato, nei collegi uninominali al Nord il pienone lo farà la Lega, un po' ne prenderà il Pd ma Forza Italia zero. Il leader non si mostra spaventato da questa prospettiva. L'ipotesi di un listone con dentro i leghisti non la prende in considerazione, anzitutto perché Salvini la vede come il fumo negli occhi, e del resto nell'entourage del capo del Carroccio si ragiona così: «Non abbiamo mica l'anello al naso? Un listone con Forza Italia significherebbe regalargli collegi al Nord. In cambio dell'offerta farlocca di collegi nel Centro Sud per noi, ma che noi non vinceremo mai». Dunque, ognuno fa la sua corsa. Dopo il voto si vedrà. E intanto nell'uninominale (i calcoli dicono che Forza Italia non ne prenderà neppure dieci su base nazionale) nessun forzista vuole correre. Anche se il leader cerca di rassicurare i suoi: «Nel tedesco, c'è una forma di ripescaggio per i migliori perdenti del maggioritario». Sì, ma dove saranno gli eventuali ripescati? Il calcolo che fa Berlusconi, per rabbonire chi teme di perdere la poltrona, è questo: «Con il 13 per cento, tra Camera e Senato avremo 135 posti. Dunque c'è posto per tutti e di più: perché io giocherò in prima persona, mi sento dentro l'entusiasmo come nel 94 e possiamo pure superare il 20 per cento». Però vuole facce nuove, e pensa a riproporre quella tagliola che già voleva far scattare nel 2013 ma i notabili azzurri glielo impedirono. Ovvero: chi ha già fatto tre legislature non può essere ripresentato e restano a casa anche gli over 65. Poi però bisognerà vedere quante deroghe concederà. Il suo schema è questo: un po' di ricandidati, un po' di professionisti che non hanno mai fatto politica (possibilmente giovani e belli), un po' di valenti amministratori locali. Adriano Galliani sarà in pista e le donne non mancheranno, anche perché per legge dovranno essere il 40 per cento nelle liste.
La sua Forza Italia, o come si chiamerà, dopo il successo di Macron la vittoria moderata in Olanda e la rinnovata forza della Merkel avrà un profilo «di centro ed europeista. Poi se si può fare il governo con il Pd bene, sennò vedremo che cosa dicono i numeri». L'importante, in quella che lui chiama Operazione Futuro, è insistere sul nazional-popolare. Così: «Dobbiamo ricordare a tutti le riforme che hanno cambiato la vita alla gente: la patente a punti, la legge contro il fumo che ha diminuito il numero di morti di tumore e i costi nella sanità, la legge per l'alta velocità che c'ha fatto uscire dal medioevo». E la sicurezza, le tasse. Il rischio del nostalgismo c'è. Ma Berlusconi assicura di no: «Dobbiamo prendere in mano la lotta alle diseguaglianze sociali. I grillini hanno il reddito di cittadinanza? Noi rilanceremo con il sussidio di compensazione. Per ora lo chiamo così, ma troverò una formula che catturi di più».

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