PESCARA Neanche i dati dei primi tre mesi dell'anno sarebbero confortanti: 119.459 passeggeri transitati (tra gennaio e marzo) contro i 125.074 del 2016. Un andamento dal segno meno confermato anche nel trasporto merci: 7 tonnellate nei primi tre mesi del 2017, a fronte delle 39 tonnellate dello scorso anno. «L'aeroporto d'Abruzzo sta andando a picco», dice Domenico Pettinari, remando contro corrente rispetto alle ultime indicazioni provenienti dalla Saga e tornando a sollevare l'antica questione dei soldi pubblici trasferiti dalla Regione alla società di gestione dello scalo: «14milioni di euro tra il 4 luglio 2015 e il 5 luglio 2016 - puntualizza il consigliere regionale del M5S -, ma non si sa bene per fare cosa visto che tutti i numeri sono negativi».
Il M5S rimanda la propria analisi alla lettura dei dati forniti dalla Assoaeroporti, l'associazione nazionale dei gestori aeroportuali: nel 2015 il movimento dello scalo di Pescara ammontava a 612.875 passeggeri, con 42 tonnellate di merce spostata.
NUMERINel 2016, invece, il movimento passeggeri si è fermato a 572.217, un trend negativo confermato, come visto, anche nei primi mesi del 2017: «Un pozzo senza fine di soldi pubblici - commenta l'esponente del M5S - che non ha portato a nessuno dei risultati promessi. Solo slogan e spot dalla Giunta D'Alfonso che aveva palesato un futuro roseo per l'aeroporto». Critiche che nel M5S non si fermano solo alla gestione dello scalo, come sottolinea il consigliere regionale Sara Marcozzi: «Non c'è alcuna promozione turistica del nostro mare, delle nostre montagne, dei nostri laghi, che avrebbe potuto contribuire anche al rilancio dell'aeroporto». Pettinari offre a questo proposito una curiosità: «La nostra è la regione più ricca di tartufo nero e di tartufo bianco, ma nessuno lo sa. Lo portano all'estero e lo promuovono come un prodotto loro, mentre nessuna promozione viene fatta a livello regionale per intercettare i paesi stranieri più appetibili sul piano turistico. Si sono solo spesi milioni di euro per la realizzazione di un sito on line, soldi gettati al vento».
DIPENDENZA Per il M5S l'altro punto dolente è la dipendenza eccessiva da Ryanair, questione che minerebbe l'autonomia dell'aeroporto, assieme alla «assenza di un piano industriale dello scalo». In questo quadro generale, sono ritenute inutili anche le rassicurazioni arrivate dalla Regione, mentre sono tre i punti sui quali occorre muoversi secondo le proposte del M5S: la ottimizzazione delle infrastrutture aeroportuali già esistenti, prima di realizzare nuovi ampliamenti. Una delle preoccupazioni è il depotenziamento della torre di controllo che potrebbe derivare dal ridimensionamento dell'aeroporto decretato da Enac, con i conseguenti rischi nei casi di emergenza. L'altra proposta del M5S punta a migliorare l'accessibilità dell'aeroporto e a favorire l'intermodalità: «Ad esempio - osserva Pettinari - attraverso la valorizzazione degli interporti, che sono già costati tanto ai cittadini, da mettere in connessione con lo scalo». Terzo: «Implementare lo sviluppo delle rotte transfrontaliere, intercettando quei paesi più appetibili sotto il profilo del rilancio turistico e incentivando l'integrazione dei piani di sviluppo del turismo nella regione senza considerare l'aeroporto come una cattedrale nel deserto». A questo proposito il M5S muove un'altra critica: «I Piani triennali del turismo in Abruzzo risultano totalmente scollegati rispetto dallo sviluppo dell'aeroporto. Inoltre, si punta all'ampliamento delle rotte brevi nazionali, oggi poco redditizie perché sostituite dal trasporto su ferro (vedi alta velocità) come dimostrato dal caso Alitalia».