ROMA Scatta la scure sul costo del lavoro di Alitalia. I tre commissari - Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari - dopo aver inviato la lettera di preavviso il 28 maggio, hanno confermato ai sindacati che intendono procedere con la cassa integrazione straordinaria per 1.358 dipendenti. Quella a zero ore, una sorta di anticamera del licenziamento, scatterà per 317 lavoratori di terra sugli 828 complessivi (la quota restante andrà a rotazione), mentre per il personale di volo sarà solo a rotazione e riguarderà, almeno in questa fase, 190 piloti e 340 assistenti di volo (da 5 giorni fino a 1 giorno a testa al mese). Nulla vieta però ai commissari di cambiare i numeri perché la Cigs, quella per la grandi aziende in crisi, è stata richiesta per tutto il personale, cioè 10.619 dipendenti. (1.351 risorse del personale tecnico, 3.365 del personale di cabina e 5.903 lavoratori di terra). Il paracadute sociale potrà quindi essere esteso se il mercato dovesse darà segnali di rallentamento o se le prenotazioni cominciassero a flettere. A ottobre, temono i sindacati, i sacrifici potrebbero essere ben più duri. Nessuna compagnia, da Delta a Lufthansa, da Ryanair alla stessa Etihad, è disposta infatti a rilevare una compagnia con un costo del lavoro così alto in rapporto ai ricavi. E l'incertezza non attira passeggeri.
LA PLATEA COLPITA
Dal 19 giugno, per i 317 dipendenti di terra scatterà la procedura della Cigs che si concluderà al termine dell'amministrazione straordinaria e che di fatto significa dire addio al posto di lavoro. Le tabelle consultate dal Messaggero e fornite ai sindacati parlano chiaro e fanno tremare i polsi a molte famiglie: per il corporate sono previsti 30 dipendenti con Cigs a rotazione e 7 a zero ore; nelle risorse umane 27 a rotazione e 7 a zero ore; nell'amministrazione 12 a zero e 35 a rotazione; nel network 43 a rotazione e 8 a zero ore; nelle servizio vendite 74 a rotazione e 46 zero ore; nell'information technology 6 a rotazione e 135 a zero ore; nei servizi ai clienti: 66 a rotazione e 32 a zero ore; nell'operations 76 a rotazione e 70 a zero ore. Una situazione che preoccupa Emiliano Fiorentino, segretario nazionale della Fit-Cisl: «Su questi numeri bisogna ragionare i più, perché passi il messaggio chiaro che Alitalia deve trovare un acquirente che la rilanci nella sua totalità. Evitare di collocare persone a zero ore sarebbe il primo messaggio forte in questa direzione». Sulla stessa linea Filt- Cgil e Uiltrasporti. Oggi nuovo round per discutere del contratto scaduto. L'azienda sarebbe intenzionata a congelarlo per 3 mesi. Con l'obiettivo dichiarato di evitare scioperi nella stagione estiva, decisiva per mettere fieno in cascina. Questo mese, tra l'altro, assistenti di volo i piloti, secondo i sindacati, avrebbero ricevuto solo la paga base senza straordinari. Del resto è proprio Marco Veneziani, leader dell'Associazione piloti, a lanciare l'allarme: se nell'incontro dovessero essere firmate dalle organizzazioni sindacali modifiche peggiorative del contratto sarà sicuramente sciopero». Dopo il vertice con il ministro dello Sviluppo Carlo, Calenda, Gubitosi ha comunque gettato acqua sul fuoco: «è possibile la vendita intera di Alitalia, anche se le offerte sono state appena ricevute». Il rischio spezzatino resta l'incubo da evitare. Confermata poi la volontà di mantenere la massima riservatezza sui candidati che verranno ammessi alla data room a fine giugno.