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Pescara, 24/07/2024
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Data: 08/06/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Crisi in Comune - Brucchi verso la giunta a sei ma c'è il caso dei fuoriusciti. Caccioni e Falasca hanno ufficializzato la decisione di abbandonare Futuro In

E' un percorso tutto in salita quello che attende il sindaco Maurizio Brucchi fino al prossimo Consiglio comunale di martedì 13. L'obiettivo resta quello di una Giunta a sei, con buona pace dei gattiani che non accettano questa riduzione e dovranno rinunciare a due assessori, mentre l'ex Ncd ne perderà uno. Al massimo si potrà arrivare ad un esecutivo a sette, ma solo nel caso in cui rientri uno dei due gruppi fuoriusciti dalla maggioranza, ossia Al centro per Teramo e Fratelli d'Italia-An. Ipotesi remota, al momento, anche se il consigliere civico Guido Campana ha risposto in maniera positiva alla chiamata del sindaco e andrà ad ascoltare cosa ha da dire domani, quando ci sarà ancora l'ennesima riunione allargata. Più freddo invece il capogruppo Angelo Puglia. Si potrebbe pensare anche all'ipotesi, ancor più lontana, di un assessore esterno, che però non gioverebbe a Brucchi in termini di tenuta della maggioranza.

IL COMPITO Un compito non semplice quello del primo cittadino, anche se ieri, al termine della riunione, Brucchi ha affermato di vedere il bicchiere mezzo pieno e di sentirsi pronto a mediare tra le posizioni. Un temporeggiatore ottimista, insomma, che finora è riuscito a scampare una crisi dopo l'altra, rinviando il momento del confronto decisivo e tessendo una rete di rapporti e di incontri con ogni singolo consigliere. Intanto due dei dissidenti, Alfredo Caccioni e Vicenzo Falasca, hanno ufficializzato, con una lettera inviata al Presidente del Consiglio comunale Milton Di Sabatino, la decisione di uscire da Futuro In. E' il preludio per la nascita di un nuovo gruppo? «No, spiega Caccioni non vogliamo creare nulla di nuovo, e non chiediamo poltrone, confluiremo nel gruppo misto». Durissimo il consigliere pentastellato Fabio Berardini. «Invece di discutere dei tanti temi importanti per la città ha detto stanno litigando per le poltrone, quelle della Giunta e quella a cui aspira Brucchi alle prossime elezioni politiche. Teramo intanto è stata abbandonata a se stessa, la crisi non è solo politica, ma anche amministrativa e sociale perché è tutto fermo in attesa che si mettano d'accordo».
Ed è fermo anche il progetto di recupero funzionale del Teatro romano, tanto che le associazioni Teramo nostra e Demos, insieme al Coordinamento dei comitati di quartiere chiedono a gran voce che il ministro dei Beni e delle Attività culturali Dario Franceschini nomini un commissario che si occupi dell'annosa vicenda. Dall'accesso agli atti infatti risulterebbe una fase di stallo totale. «La questione irrisolta del teatro romano è emblematica e grida vendetta afferma Giuliano Lucenti, presidente del coordinamento dei comitati - in quanto, nel corso di tutti questi anni, testimonia la evidente miopia politica e l'incapacità di far crescere il centro storico e di ridare alla città la fruizione di spazi archeologici e culturali nascosti che potrebbero essere fonte attrattiva per turisti, e di sviluppo e di ricchezza per operatori economici, riqualificazione e decoro urbano».

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