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Data: 08/06/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Brucchi, messaggio ai dissidenti «Troviamo un punto d'incontro». Il primo cittadino: ho fatto tutto quello che potevo, ora tocca agli altri mostrare disponibilità. Sullo sfondo c'è la corsa al Parlamento. Il sindaco potrebbe essere candidato da Berlusconi, questo spiega la sua tattica da temporeggiatore

Il nodo resta il numero degli assessori. Ma anche se non verrà risolto, il consiglio del 13 si terrà

TERAMO I numeri nel prossimo consiglio comunale ci saranno, non è detto che siano quelli giusti per superare la crisi. Dipenderà dalla disponibilità delle parti in causa a trovare un punto d'incontro, anche rinunciando parzialmente alle proprie pretese. È questo il messaggio lanciato dal sindaco Maurizio Brucchi a dissidenti ed ex alleati il giorno dopo l'azzeramento della giunta.In ogni caso la seduta in seconda convocazione, prevista per martedì 13 giugno dopo quella andata a vuoto due giorni fa, rende sufficiente la presenza di dodici consiglieri per deliberare e dunque concede al sindaco un margine di sicurezza rispetto alla maggioranza di 17 voti necessari per deliberare in via ordinaria. L'ordine del giorno dei lavori, tra l'altro, darà un ulteriore aiuto al primo cittadino. Accantonati gli sconti sulla tassa di occupazione di suolo pubblico, che sarebbero finiti nel mirino dello scontro politico rimarcando la fragilità dell'amministrazione, da esaminare ci sono due provvedimenti a rischio zero. Si tratta della rimodulazione del Masterplan presentato dalla Regione, con l'approvazione della proposta di ridistribuzione dei dieci milioni di euro non più destinati alla funivia, e della costituzione dell'Ats, l'associazione temporanea di scopo, destinata alla realizzazione del progetto "Abruzzo include" relativo ad attività socio-assistenziali. Il primo punto, pur avendo un chiaro connotato politico, non richiede 17 voti per essere approvato, mentre il secondo comporta l'arrivo di oltre 400mila euro da destinare a servizi per i disabili e avrà il sostegno anche dell'opposizione. Il punto più incerto e importante per la soluzione del rebus della crisi politica resta comunque il primo tra quelli inseriti all'ordine del giorno che annuncia "comunicazioni del sindaco". Lo stesso passaggio era previsto nella seduta di martedì scorso, quando Brucchi avrebbe dovuto ufficializzare le proprie scelte sul riassetto della giunta e sottoporsi al giudizio dell'aula, ma non se n'è fatto nulla. Il sindaco ha compiuto solo un mezzo passo in avanti, azzerando le deleghe assegnate a fine marzo, ma senza sciogliere la riserva sulla riduzione degli assessorati da nove a sei, come richiesto dai dissidenti che tengono sul filo del rasoio la sopravvivenza politica della maggioranza consiliare. «Non è stata comunque una mossa tattica per prendere altro tempo né una scelta secondaria», tiene a precisare il primo cittadino, «io ho fatto tutto quello che potevo per salvare l'amministrazione e mi aspetto che gli altri facciano la loro parte, rivedendo anche le loro convinzioni». Brucchi ritiene che con l'azzeramento della giunta abbia dato un ulteriore segnale di apertura e disponibilità non solo nei confronti dei dissidenti Alfredo Caccioni, Vincenzo Falasca e Domenico Sbraccia ma anche verso gli ex alleati, i due di "Al centro per Teramo" Angelo Puglia e Guido Campana e Raimondo Micheli di Fdi-An. Questi ultimi, che hanno declinato l'invito del sindaco a partecipare alle consultazioni dei giorni scorsi, saranno chiamati a colloquio da Brucchi entro il fine settimana mentre la riunione di maggioranza è stata fissata per domani alle 19 e da essa dovrebbero uscire indicazioni decisive sul futuro dell'amministrazione, non solo limitate alla prossima seduta consiliare. Nel frattempo Falasca e Caccioni hanno presentato al presidente del consiglio Milton Di Sabatino una lettera con la quale ufficializzano la loro uscita dal gruppo di Futuro In e l'adesione al gruppo misto.


Sullo sfondo c'è la corsa al Parlamento. Il sindaco potrebbe essere candidato da Berlusconi, questo spiega la sua tattica da temporeggiatore

TERAMO Sarà un'estate rovente per la politica teramana. L'approvazione ormai imminente della legge elettorale e il ritorno anticipato alle urne per il Parlamento, che dovrebbe cadere tra fine settembre e inizio ottobre, aprono ampi scenari a livello locale, rendendo magmatico il contesto in cui sono inseriti i principali enti territoriali. A cominciare dal Comune, dove anche l'eventuale soluzione della crisi entro l'inizio della prossima settimana non darà certezze sull'arrivo della consiliatura alla scadenza naturale fissata per la primavera del 2019.È vero che il sindaco Maurizio Brucchi, se riuscirà a rimettere insieme i 17 consiglieri necessari per restare in sella, ha scritto nel documento programmatico che non chiuderà in anticipo il proprio mandato. Questo, però, non è solo un impegno personale, ma la richiesta di un atto di fedeltà da parte degli alleati, compresi i dissidenti, che rischia di disperdersi con le foglie secche dell'autunno, quando ormai i giochi saranno fatti. La storia della consiliatura in corso, con crisi ripetute, rimpasti e già due azzeramenti di giunta, insegna che c'è poco da star tranquilli. Brucchi lo sa e sa anche che, quando la politica bolle, gli impegni presi nei documenti con tanto di firme diventano carta straccia dalla sera alla mattina. Qualche segnale è arrivato da Arcore, dove Silvio Berlusconi lo avrebbe inserito tra i 70 nomi di amministratori su cui puntare per rilanciare l'appeal elettorale di Forza Italia. In assenza di certezze il sindaco si muove con prudenza. In ogni caso dovrebbe affrontare una concorrenza interna molto agguerrita: aspirazioni parlamentari sono coltivate anche da Paolo Gatti e Gianni Chiodi, ma va calcolata anche l'eventuale candidatura di Paolo Tancredi sebbene non in quota Forza Italia. L'incertezza del quadro politico è una chiave di lettura che spiegherebbe l'attendismo di Brucchi il "temporeggiatore" nell'imprimere una svolta decisiva alla crisi in Comune.Il fermento pre elettorale, però, si percepisce anche in Provincia. Il presidente Renzo Di Sabatino (Pd) è pronto a correre per il parlamento, ma per farlo dovrebbe dimettersi come Brucchi un mese prima della data delle elezioni. Se si voterà a fine settembre, dunque, il passo decisivo andrà fatto subito dopo Ferragosto. Se Di Sabatino rinuncerà all'incarico, il suo posto sarà preso dal vicepresidente, l'esponente rosetano di Scelta civica Mario Nugnes. Quest'ultimo, dunque, si ritroverebbe a guidare l'amministrazione provinciale beneficiando dell'uscita del presidente, che finora non ha raccolto l'indicazione del Pd, il suo partito, di degradarlo al rango di consigliere. Le elezioni anticipate riaprirebbero anche il fronte delle candidature a sindaco. Gianguido D'Alberto potrebbe muoversi fuori dal recinto del Pd che avrebbe in caldo il nome di Alessia Cognitti, consigliere di amministrazione di Ruzzo Reti, che sarebbe gradita anche a Gatti. (g.d.m.)





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