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Pescara, 24/07/2024
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Data: 09/06/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il Tar dà ragione a Toto «Lavori sulle autostrade con i canoni dello Stato»

PESCARA Prima di tutto la sicurezza delle persone e dei mezzi che transitano sulle due autostrade. E i lavori sui viadotti a rischio, tra l'altro sottoposti agli ultimi eventi sismici, vanno realizzati con estrema urgenza. In sintesi è questa la motivazione con cui il Tar del Lazio risolve il contenzioso tra Strada dei parchi, Anas e Ministero delle Infrastrutture, dando ragione alla società del Gruppo Toto che gestisce in concessione la A24 e la A25. Ma la novità più importante è che i giudici indicano anche la via più rapida per accedere ai finanziamenti: Strada dei parchi potrà utilizzare subito i 110milioni di euro dei canoni concessori, per le annualità 2015 e 2016, che erano stati accantonati in un fondo vincolato in attesa che si risolvesse la questione del destinatario di questa somma, tra Mit e Anas. Contenzioso per altro già risolto dal Tribunale civile di Roma con due precedenti ordinanze emesse in sede cautelare, attraverso cui si stabiliva che il canone di A24 e A25 deve essere versato da Strada dei parchi al Ministero.
IL BLITZ
A metterci una pietra sopra (anche se ci sarà da attendere l'esito del probabile ricorso al Consiglio di Stato) è adesso il Tar del Lazio, con una ordinanza che va ad influire anche sull'emendamento presentato alla manovra finanziaria, allo scopo di dirottare quei 110milioni di euro nelle casse dell'Anas. Un blitz in Commissione Bilancio della Camera che aveva incontrato le resistenze di Strada dei parchi, per altro già in azione per la messa in sicurezza dei due tratti autostradali proprio su ordine del Mit, ma con la prospettiva di fare pagare all'utenza, con l'aumento dei pedaggi, il mancato finanziamento per i lavori. Il Tar dice adesso che la messa in sicurezza urgente, già avviata dalla concessionaria, deve andare avanti velocemente. Non si possono frapporre ulteriori ostacoli e rallentamenti burocratici, visto il carattere di urgenza e i tempi rapidi previsti per l'intervento sui viadotti: 550 giorni. E' questa la motivazione con cui il Tar del Lazio ha accolto le richieste di Strada dei parchi, che aveva chiesto di fare chiarezza sui lavori di messa in sicurezza urgenti e destinati ad impedire, in caso di nuovi eventi sismici, fenomeni da scongiurare sulla A24 e A25, come il cosiddetto scalinamento dei viadotti. Preso atto che i cantieri sono già stati avviati e che nel caso specifico si tratta di lavori già autorizzati dal Mit, ordinati e sollecitati a Strada dei parchi, e, visto che lo stessi Ministero non aveva previsto come finanziarli, il giudice amministrativo ha disposto che le somme da utilizzare siano quelle delle due rate del prezzo di concessione accantonate dalla concessionaria, pari a circa 56milioni l'anno.
CANONI
Nello stesso tempo, il Tar sancisce un principio importante: i canoni di concessione devono essere pagati al Ministero, non all'Anas. Questione non proprio marginale, che nelle settimane scorse era stata dibattuta anche in Commissione Bilancio della Camera, con l'emendamento a sorpresa alla manovrina finanziaria destinata a complicare le cose per la società del Gruppo Toto. L'obiettivo dell'emendamento era proprio quello di non gravare ulteriormente il bilancio della società, soldi che avrebbe dovuto in ogni caso scucire lo Stato per ripianare il buco dell'Anas. Secondo i legali di Strada dei parchi, i pronunciamenti delle autorità giudiziarie e amministrative rendono palese l'incostituzionalità dell'emendamento pro Anas inserito nel corso dell'esame parlamentare della manovra finanziaria. Incostituzionalità che deriverebbe dalla norma secondo cui, mentre è in atto un procedimento davanti a un giudice, non è possibile cambiare le regole del gioco in corsa, vanificando così l'operato dei magistrati. Un atto di autorità unilaterale, nel caso dell'emendamento alla manovra, che andava a vantaggio di una sola parte prima ancora del pronunciamento della giustizia amministrativa. Ma il pronunciamento del Tar del Lazio è visto anche come un duro colpo alla gestione portata avanti fino ad ora dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e agli indirizzi del ministro Graziano Delrio sulla gestione delle autostrade. «Senza la sentenza del Tar - si legge in una nota della Toto Holding - avremmo infatti assistito al prelievo e alla distrazione di fondi dall'unica concessionaria che versa al Ministero il canone del prezzo di concessione, a favore di una società privata, l'Anas, anche il suo capitale è in mano pubblica».

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