ROMA I commissari affilano le armi sul costo del lavoro. Dopo la cigs, ieri è arrivata la richiesta di ridurre i riposi nei quattro mesi estivi per il personale navigante, ovviamente a parità di salario. Il tutto per aumentare la produttività.
C'è inoltre l'ipotesi, gettata sul tavolo senza entrare nei dettagli, di sforbiciare le retribuzioni sempre per piloti e assistenti di volo. Nell'incontro con i sindacati l'azienda ha solo preannunciato un possibile intervento sul lato retributivo che verrà illustrato, salvo ripensamenti, in un prossimo incontro fissato per giovedì 15 giugno. Di fatto, spiegano i sindacati, i commissari vogliono avere mani libere e modulare gli interventi anche sulla base delle richieste delle compagnie interessate a rilevare l'ex vettore tricolore. Di certo eviteranno misure choc in estate, per evitare scioperi e proteste.
SACRIFICI
Per quanto riguarda la produttività, in particolare, l'incremento avverrà attraverso una riduzione dei riposi mensili da 10 a 8 nel periodo estivo (con l'attuale contratto i riposi possono già essere ridotti, ma il dipendente può scegliere che i giorni in meno vengano retribuiti o restituiti nel trimestre successivo). Riposi che verrebbero recuperati nella stagione invernale. Sempre che la compagnia riesca a stare in piedi. Nel vertice Alitalia ha confermato che continuerà ad applicare il contratto scaduto a fine anno e prorogato fino al 31 maggio. «Se ci sono possibilità di usare la flessibilità durante il periodo estivo che permettano all'azienda di fare ricavi siamo d'accordo - ha detto il segretario nazionale della Filt Cgil Nino Cortorillo: ma se questo viene fatto solo attraverso giornate lavorative non pagate si scontra con un fatto che non possiamo accettare». Sulla stessa linea il segretario generale della Uil Trasporti Claudio Tarlazzi, che, apprezzando il clima costruttivo creato dai commissari, non vuole però sentire parlare di un taglio degli stipendi che sarebbe «non opportuno: le necessità di tagliare pesantemente i salari non ci devono essere». Dalla Commissione Ue viene confermato che le compagnie aeree Ue devono essere al 51% in mano a Paesi europei, anche se si potrà valutare caso per caso. Una sorta di mini apertura che non soddisfa il ministro Graziano Delrio che avrebbe preferito più libertà d'azione per i vettori extra Ue, gli unici con grandi capitali alle spalle.