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Data: 10/06/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Ricostruzione, in 700 al forum. Appello di Brucchi: «Fare presto». Il sindaco sull'onda emotiva della scossa di ieri lancia l'allarme sulla desertificazione della città

TERAMO Era strapiena l'aula magna di Giurisprudenza, ieri pomeriggio, per il forum sulla ricostruzione post-terremoto organizzato dall'Ance (associazione costruttori edili), dagli ordini professionali di architetti, ingegneri e geometri e dall'associazione degli amministratori di condominio insieme all'Usr (l'ufficio speciale per la ricostruzione) di Teramo. Una platea di circa 700 tra imprenditori, professionisti e amministratori pubblici ha seguito per ore i lavori, incentrati sugli aspetti tecnico-burocratici della ricostruzione che sta partendo ma accompagnati anche da momenti più politici. BRUCCHI. Il primo di questi momenti ha visto protagonista un accorato Maurizio Brucchi. Il sindaco di Teramo, nel portare i suoi saluti, si è riferito in toni drammatici alla scossa di poco prima, quella delle 14.15 - distintamente avvertita in città - dicendo: «Ho rivisto le auto dei teramani in fila verso il mare, è tornata la paura». Per Brucchi il rischio, in assenza di una ricostruzione celere e continuando lo sciame sismico, è la desertificazione del capoluogo. «Abbiamo gestito bene la transizione delle scuole ma a settembre la situazione sarà la stessa, perché non sarà possibile fare prima dei lavori di una certa portata. Se ci saranno altre scosse chi avrà il coraggio di mandare i figli a scuola? E io dovrò riaprire o no le scuole che dalle verifiche di vulnerabilità saranno risultate avere indici bassi?». Di qui l'appello ad accelerare la ricostruzione. «Dobbiamo ricostruire il tessuto sociale della città», ha concluso Brucchi, «abbiamo davanti l'esempio dell'Aquila da non ripetere».D'ALFONSO. Al forum è intervenuto anche il governatore Luciano D'Alfonso, che ha annunciato un'importante novità nella strategia post-terremoto del governo: «Probabilmente nei prossimi giorni ci sarà una sorta di delega alle Regioni per avere autonomia operativa sulla ricostruzione, saremo più protagonisti». In sostanza lo Stato, dopo aver dettato le regole generali con una raffica di ordinanze, lascerebbe alle Regioni la facoltà di applicarle calandole nelle singole realtà. L'UFFICIO SPECIALE. Il direttore dell'Usr di Teramo, Marcello D'Alberto, ha snocciolato dati sull'attività della struttura (che al momento gestisce 1.075 pratiche del Teramano, 310 dell'Aquilano e 226 del Pesdcarese) ed ha chiesto maggiore collaborazione ai tecnici esterni, in particolare a quelli dei Comuni. «È antipatico sentirsi dire da un ente», ha detto, «che non hanno aperto la mail. Cose come queste ci rallentano». D'Alberto ha accolto la proposta lanciata da Alfonso Marcozzi, presidente degli ingegneri di Teramo, su un tavolo della ricostruzione da tenere ogni 15 giorni. «Ma non dev'essere un tavolo per scannarsi», ha chiarito Marcozzi al Centro, «ora ci vuole un salto di qualità da parte di tutti. Basta con le guerricciole e usiamo la fantasia». Marcozzi ieri ha anche proposto un'autotassazione dello 0.1% da parte di professionisti e imprenditori del territorio «per costruire un sistema di conoscenze, un censimento dello stato degli edifici, che ci garantisca un'azione migliore nel futuro».IL SISTEMA. Il forum è stato l'occasione per presentare il sistema informatico, chiamato Mude, che gestirà le pratiche della ricostruzione. Fabrizio Benati, collaboratore del commissario Vasco Errani, ha spiegato che gireranno solo file e non più carte e questo fa sperare in una maggiore rapidità. Gli amministratori locali sanno bene però che, se non arriveranno con continuità i soldi della Protezione civile nazionale, i Comuni certamente non si indebiteranno per anticiparli e le pratiche si fermeranno. Il collaboratore di Errani ha concluso: «Attualmente arrivano alle strutture della ricostruzione 40 pratiche alla settimana, se vogliamo ricostruire in dieci anni occorre che in una settimana ne arrivino 200».




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