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Pescara, 24/07/2024
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Data: 12/06/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Crisi in Comune - Basta trattative, la crisi si risolve in aula. Brucchi non terrà riunioni e domani andrà in consiglio con una proposta: se non passa, tutti a casa

TERAMO Le trattative sono finite, la crisi della maggioranza in Comune si risolverà in un modo o nell'altro nel consiglio di domani pomeriggio. Il sindaco Maurizio Brucchi non convocherà né oggi, né domani prima della seduta, l'ennesima riunione di maggioranza nella quale tentare l'estrema mediazione. Per lui il tempo delle trattative è finito, si sente esausto dai continui tira e molla tra singoli consiglieri e gruppi politici e dunque appare intenzionato ad andare in aula e mettere tutti davanti al fatto compiuto di una proposta sulla quale non si potrà dibattere e trattare, ma si dovrà semplicemente dire sì o no. In sostanza, domani, Brucchi chiederà la fiducia al consiglio. E, se non avrà i numeri, andrà (e manderà tutti) a casa con due anni di anticipo.La grande domanda è: Brucchi si presenterà in consiglio con una proposta di riassetto della giunta, il tema caro ai tre dissidenti Falasca, Caccioni e Sbraccia sul quale si è incentrato l'ultimo mese e mezzo di vita politico-amministrativa della città? Tutti, o quasi, si aspettano di sì, se non altro perché le trattative per ritrovare una maggioranza sembravano aver avuto una svolta positiva, venerdì scorso, sulla convergenza di tutti verso un esecutivo a sette e invece si sono arenate su chi dovrà essere il settimo assessore. Un esterno alla politica, un tecnico autorevole, secondo i tre dissidenti: che sul punto non transigono. Condizione che ha suscitato la reazione del gruppo di maggioranza più numeroso, quello di "Futuro In", che ha minacciato di uscire dalla maggioranza garantendo solo l'appoggio esterno.Non è detto, però, che nel discorso con cui Brucchi inaugurerà la seduta sarà contenuto il riassetto del futuro esecutivo. Il sindaco potrebbe anche non parlare di giunta e chiedere semplicemente, sulla base di un programma di fine consiliatura, chi c'è e chi non c'è.

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