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Data: 13/06/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
L'Aquila al ballottaggio Biondi cerca la rimonta

L'AQUILA Come era pronosticabile alla vigilia, servirà un ballottaggio tra Americo Di Benedetto e Pierluigi Biondi per designare il successore di Massimo Cialente alla guida del Comune dell'Aquila. Sarà una sfida complessa per il centrodestra, chiamato a una rimonta non semplice: tra i due ci sono undici punti percentuali di distacco, 4.308 voti. Biondi ieri ha ovviamente tenuto alta la tensione, parlando di un distacco rimontabile. Di Benedetto, dal canto suo, ha respinto al mittente l'unico appunto che gli si è potuto muovere, l'essere andato sotto le sue liste di un migliaio di voti. Lo ha fatto rivendicando la forza della sua civica, Il Passo possibile, che si è attestata sopra l'8% con 3236 voti. Un successo forse inatteso, che porrà anche dei grattacapi politici: ai primissimi posti ci sono esponenti che in passato sono stati in qualche modo legati agli ambienti del centrodestra. Adb dovrà saper valorizzare al meglio questo considerevole 8,5%, ma non sarà semplice: già alla vigilia si era parlato di veto sugli assessorati, si vedrà. Per il resto la tornata ha detto in maniera inequivocabile che gli aquilani non hanno voluto bocciare il sistema di governo pd-centrico, anzi, per certi versi lo hanno addirittura rafforzato se si pensa che Cialente, al primo turno del 2012, si fermò al 40%. Lo stesso Pd, nonostante il calo dei votanti, ha riconfermato praticamente gli stessi voti di allora (oggi 6470 contro 6593, crescendo nella percentuale). Dunque per Di Benedetto si tratta di un risultato lusinghiero che sarebbe stato addirittura straordinario in caso di successo al primo turno. Il voto ha detto anche che L'Aquila non ha fatto eccezione rispetto al resto d'Italia, preferendo un sistema bipolare che ha tagliato fuori le velleità di molti. Innanzitutto dei civici Nicola Trifuoggi e Giancarlo Silveri, che nonostante il loro profilo hanno riportato delle sonore sconfitte. Ma soprattutto del Movimento Cinque Stelle, che in Italia sparisce dai grandi ballottaggi ma all'Aquila sembra addirittura non voler nascere: appena 1889 voti al candidato sindaco Righetti, addirittura solo 1476 alla lista. Forse i grillini pagano il ritardo nella partenza e le divisioni interne tra meetup che hanno minato il loro percorso negli ultimi mesi. Anche la Coalizione sociale di Carla Cimoroni, pur ottenendo un risultato lusinghiero, non ha sfondato: la somma di Di Cesare e Vittorini nel 2012 fece un dieci per cento che poteva essere considerato un obiettivo alla portata. Insomma, la città non sembra avvezza a stravolgimenti di sorta, ma il ballottaggio potrebbe cambiare gli equilibri.
E il centrodestra? La sensazione è che Pierluigi Biondi abbia fatto un mezzo miracolo a reggere l'urto: il 36% personale, al di sopra delle liste, va tenuto in grande considerazione. Ma l'emorragia di voti prosegue: nel 2012 la somma tra le coalizioni di De Matteis e Properzi fece quasi 18.000 voti. Oggi sono 12.763 quelli delle liste e 13.967 quelli di Biondi. Ne mancano all'appello almeno 4-5 mila.

GLI SCENARI Se vincerà Di Benedetto il Pd farà incetta di seggi (8), 4 andranno al Passo possibile, 2 ad Articolo 1, 1 a testa alle altre liste. Con tante conferme in maggioranza (Iorio, Palumbo, Masciocco, Nardantonio, De Santis, Mancini, Ianni, Capri, Di Giovambattista, Spacca, Benedetti, Padovani) e all'opposizione (Liris, Imprudente, Piccinini, Tinari, Colonna, Ferella). In caso contrario, ovvero se dovesse vincere Biondi, ci sarebbero maggiori novità: ad esempio D'Angelo di Benvenuto Presente (eletto anche in caso di sconfitta), Sabrina Di Cosimo, Leonardo Scimia, Carla Mannetti, Luca Rocci, Roberto Junior Silveri, Ersilia

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