Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.946



Data: 13/06/2017
Testata giornalistica: Mapero'
Quante spine nel ballottaggio di Lilli Mandara

Se volevano dargli un segnale, ci sono riusciti: Americo Di Benedetto, candidato sindaco del centrosinistra all’Aquila che per pochissimo non viene eletto al primo turno, prende meno voti delle sue liste. E quel pugno di voti in più guardaunpo’ finisce proprio al suo competitor, Pierluigi Biondi. L’aria che tira è questa qui.
Il Pd aquilano, che sin dall’inizio gli ha impedito di fare una lista col suo nome per rimarcare la propria identità e per mettergli in testa il cappello col proprio simbolo, forse in questo modo ha voluto dire al candidato ex Dc che da solo non sarebbe andato da nessuna parte.

Sono le spine del dopo-voto, e rischiano di lasciare una scia di recriminazioni e polemiche. Intanto perchè con quel pugno di voti che sono mancati all’appello forse Di Benedetto ce l’avrebbe fatta al primo turno e poi perchè l’obiettivo del Pd è fallito: va bene, Americo va al secondo turno e quindi deve venire a patti col partito ma è anche vero che la sua lista, quella che non porta il suo nome ma solo le iniziali Adb sul modello Macron, ha incassato l’otto per cento, rivelandosi la più forte di tutte.
E ieri, nel giorno delle analisi, è ricomparso anche il presidente Luciano D’Alfonso che invece all’Aquila durante la campagna elettorale non si era mai fatto vedere. Un commento misurato e pacato che non sembra neppure scritto da lui. In cui non mancano le critiche, per San Salvo e Ortona dove le scelte, dal candidato alle alleanze, sono state tutte gestite dal suo fedelissimo Camillo D’Alessandro:

“Ci sono anche punti problematici che dobbiamo affrontare e risolvere. Ad Ortona e San Salvo dobbiamo rifertilizzare e creare una nuova stagione di responsabilità. Bisogna tornare a scommettere sull’immaginazione, sulla programmazione e sulla radicalità programmatica”.

Insomma, una bocciatura che riguarda il fedele Camillo ma anche i pezzi del Pd che si sono defilati, a partire da Tommaso Coletti che nonostante la nomina all’autorità portuale di Ancona, ha di fatto ritirato le truppe e i voti e voltato le spalle al governatore.
Per il resto bisogna aspettare, e non solo Avezzano, per vedere se i Di Pangrazio la spunteranno, e congratularsi anche se a malincuore per la vittoria al primo turno di Luciano Di Lorito a Spoltore, sul quale però è stato prontissimo a mettere il cappello Gianni Teodoro.
Le elezioni di domenica contengono qualche novità, e non tanto l’elezione a sindaco di Atessa dell’ex direttore del tg1 Giulio Borrelli e la sconfitta di un altro giornalista, ex direttore del Mattino, dell’Unità e del Messaggero Paolo Gambescia a sindaco di Pescasseroli; quanto la vittoria del fratello della ministra della Salute a sindaco di Cappadocia, paesino di 596 abitanti a cento chilometri da Roma. Lorenzo Lorenzin, poliziotto e sindacalista molto attivo, era a capo della lista civica “Cappadocia nel cuore” e l’ha spuntata con 233 voti sugli avversari Lucilla Lilli e Claudio Massotti. Cappadocia aveva già avuto per la verità sindaci provenienti dalla capitale, come Giovanni Sartori e il suo successore Bruno Murzilli.

E a Ortona prende un botto di voti la comunicatice (di Tommaso Coletti e D’Alessandro prima, del sindaco di Francavilla Antonio Luciani poi) Cristiana Canosa, che era stata addirittura in ballo per la candidatura a sindaco e che il mese scorso è stata eletta alla direzione nazionale Pd in quota Emiliano.

“A stento controllo la commozione – ha scritto ieri su Facebook – Con 286 voti, e un bel pò annullati, sono la donna più votata ad Ortona, la terza in assoluto dopo Polidoro e Paolucci. I voti che mi avete dato sono volti, rapporti umani, speranze condivise. Uno ad uno, occhi negli occhi. Grazie con tutto il cuore. Purtroppo il candidato Sindaco Veri non è riuscito ad arrivare al ballottaggio e dunque non so dirvi ancora come sarà composto il consiglio comunale. Parlare di colpe ora serve a poco, ma gli ultimi disastrosi cinque anni sono stati un fardello troppo pesante da sopportate per i cittadini”.

Insomma, un messaggio strappa-lacrime.

ps: anche se di lacrime il Pd, di questi tempi, ne versa già un bel po’ di suo.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it