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Data: 13/06/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Centrodestra avanti in 13 capoluoghi su 22. Emorraggia M5s e Pd

ROMA Una mezza rivoluzione il risultato uscito dalle urne elettorali di domenica scorsa. Al flop decisamente al di là delle attese dei 5Stelle che non vanno al ballottaggio in nessun capoluogo, si accompagna l'inversione delle posizioni tra centrosinistra e centrodestra nelle 22 città chiamate al secondo turno. Infatti, lo schieramento di FI, Lega e FdI si ritrova in testa in 13 centri, lo era solo in due nel 2012, e al contrario il centrosinistra è al comando della provvisoria classifica in vista del ballottaggio del 28 giugno in sei Comuni, mentre lo era in 13 cinque anni fa. Altre tre città vedono in testa alla graduatoria candidati di diversi schieramenti: l'ex grillino Pizzarotti a Parma e due esponenti centristi a Trapani e Belluno. Va inoltre detto che in alcune realtà dove è costretto al ballottaggio, nel 2012 il centrosinistra aveva vinto al primo turno.
PENALIZZATO
E' questo il risultato di una sensibile penalizzazione avvenuta soprattutto a carico del Pd in particolare in Regioni tradizionalmente rosse come la Liguria, l'Emilia e la Toscana, dove al cattivo risultato ha concorso l'alta astensione dal voto che, nel caso di Genova, ha superato il 50 per cento dell'elettorato.
Ed è così che il centrosinistra si avvia al ballottaggio in condizioni di oggettiva difficoltà e in pole position solo a L'Aquila, Alessandria, Monza, Lucca, Pistoia e Lodi, tutti Comuni di cui già esprimeva il sindaco. Quindi, a parte Palermo, Cuneo e Frosinone, dove la sfida si è risolta al primo turno con le vittorie di Leoluca Orlando a Palermo e Federico Borgna a Cuneo, entrambi centrosinistra, e di Nicola Ottaviani, del centrodestra, a Frosinone, a partire dalla prima fila nei ballottaggi negli altri 13 centri sono tutti candidati del centrodestra. Dove hanno, almeno finora, prevalso grazie alla spinta risolutiva ricevuta nelle Regioni del nord dalla Lega di Salvini.
A bocca asciutta, si diceva, la compagine di Beppe Grillo, il cui miglior risultato di registra in un Comune non capoluogo, come Carrara, dove il suo candidato Francesco De Pasquale riesce, con il 27%, a piazzarsi in testa due punti avanti al rappresentante del centrosinistra. Il M5S va poi al secondo turno anche in altri 7 Comuni minori.
Magra consolazione i risultati di Palermo e Asti dove la loro lista, presentatasi in splendido isolamento - non solo una scelta del Movimento, ma una condizione in sé obbligata dal rifiuto delle alleanze - risulta la prima, a fronte del frazionamento di quelle in appoggio agli altri candidati. Sforzo inutile a Palermo davanti alla strapotenza dell'Orlando per la quinta volta sindaco, e per la sfortuna nel capoluogo piemontese che li ha visti esclusi dal ballottaggio per soli 14 voti. Buono anche il risultato raggiunto a Genova, dove la lista capeggiata dal candidato ostinatamente voluto da Beppe Grillo, Luca Pirondini, con il suo 18,4 si piazza a un'incollatura da quella del Pd, ma finisce a oltre 15 punti di distacco dal candidato del centrosinistra che va al ballottaggio.

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