PESCARA Il Piano per la mobilità sostenibile, varato dieci giorni fa dalla giunta, ha riacceso lo scontro tra favorevoli e contrari alla filovia. È accaduto ieri pomeriggio, durante il consiglio comunale straordinario aperto alla partecipazione del pubblico proprio per favorire un dibattito e dare la possibilità ai cittadini di offrire dei suggerimenti per migliorare il documento.In aula si sono presentati comitati a difesa della strada parco ciclopedonale e sindacati, da sempre favorevoli ad un sistema di trasporto veloce su percorso protetto, ossia alla filovia. Durante la seduta, presieduta da Francesco Pagnanelli, sono intervenuti anche i rappresentanti delle associazioni che promuovono l'uso della bici e il presidente provinciale del Pd Aurelio Giammorretti, che ha espresso anche lui critiche a quella parte del Piano della mobilità in cui si parla della necessità di andare avanti con il progetto della filovia per favorire il sistema di trasporto pubblico e ridurre le auto in circolazione.Il consiglio si è aperto con l'assessore all'urbanistica Stefano Civitarese che ha illustrato il documento ai consiglieri e al pubblico in sala. Presente anche il professor Roberto Mascarucci che, insieme a Civitarese, fa parte del gruppo di lavoro autore del Piano. «È la prima volta che il Comune si dota di questo strumento innovativo», ha detto Civitarese, «ed è il primo dei Comuni abruzzesi a farlo. Il Pums (Piano urbano per la mobilità sostenibile) è un piano strategico volto a soddisfare la domanda di mobilità delle persone e delle imprese in ambito urbano, allo scopo di migliorare la qualità della vita». Il documento, infatti, punta ad una riduzione del traffico in circolazione e ad un aumento delle piste ciclabili e del sistema di trasporto ecologico entro i prossimi dieci anni. Un obiettivo che appare troppo lungo alla presidente dell'associazione Fiab Pescarabici Laura Di Russo. «Nel documento si parla di obiettivi raggiungibili nel 2027 e addirittura nel 2050», ha fatto notare, «noi, invece, vorremmo che i tempi di attuazione del Pums possano abbreviarsi, mirando al 2020, per due motivi fondamentali che investono la vivibilità della città. La riduzione del traffico motorizzato e un aumento immediato della sicurezza sulle strade cittadine dell'utenza debole, ossia pedoni, ciclisti e motociclisti».Al secondo intervento si è accesa la discussione. Quando cioè è intervenuta in aula Antonella De Cecco in rappresentanza dei «comitati nati a tutela della strada parco nella funzione sociale di greenway». La De Cecco ha subito fatto presente che gli altri rappresentanti dei comitati «hanno deciso di non intervenire per la profonda amarezza maturata nei confronti delle istituzioni, dopo dieci anni di mancato ascolto delle loro buone e sacrosante ragioni». La portavoce è andata poi al dunque. «L'impiego sull'unico viale ciclopedonale, di cui dispongono i pescaresi», ha affermato, «di serpentoni lunghi diciotto metri, previsti dal Pums, a doppia corsia di transito nella funzione di metropolitana veloce di superficie, su un asse che non è strutturalmente adeguato ad accoglierli, sembra ai comitati un errore storico imperdonabile che recherebbe grave pregiudizio alle future generazioni».
Di tutt'altro parere il segretario regionale della Filt Cgil Franco Rolandi, intervenuto in rappresentanza delle segreterie confederali di Pescara di Cgil, Cisl e Uil e delle segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. «È assolutamente condivisibile, necessario e non più procrastinabile nel tempo», ha sottolineato Rolandi, «puntare con decisione alla messa in opera e al completamento del percorso di trasporto metropolitano veloce con l'individuazione di un tracciato in sede protetta in grado di favorire gli spostamenti nord-sud e verso l'aeroporto».Non la pensa allo stesso modo il presidente del Pd Aurelio Giammorretti. «Noi dobbiamo bloccare le 120mila auto che entrano ogni giorno a Pescara», ha avvertito, «ma non con la filovia, che è l'elemento che critico di più del Pums».