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Data: 14/06/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Scontro fra treni a Lecce, monorotaia sotto accusa

LECCE Un segnale di stop non rispettato, il binario unico che non dà scampo e l'inevitabile impatto. A meno di un anno dall'incidente ferroviario che il 12 luglio del 2016 provocò 23 morti e 51 feriti sulla linea ferroviaria Andria-Corato, ieri pomeriggio in Puglia si è sfiorata un'altra tragedia. Poco prima delle 17 e 30 due treni affollati di turisti e pendolari si sono scontrati sulla tratta Lecce Zollino, all'uscita della stazione di Galugnano: l'impatto non è stato violento ma ha provocato il ferimento di 11 persone, nessuna in maniera grave.
Questa volta la fortuna ha voluto che il convoglio, appena partito, viaggiasse a bassa velocità, anche grazie al limite di 50 chilometri orari imposto lo scorso settembre dall'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria su tutte le linee che non dispongono del sistema automatizzato Scmt. Secondo la ricostruzione fatta dalla polizia ferroviaria e dall'azienda che ha in concessione la rete, Ferrovie Sud Est (Gruppo Fsi), uno dei due treni era fermo al segnale di ingresso della stazione di Galugnano, mentre l'altro è partito in direzione Lecce «non rispettando il segnale rosso».
Il macchinista non è riuscito ad evitare lo scontro frontale, ma la frenata di emergenza ha evitato che l'impatto avvenisse a velocità più sostenuta. Sui due convogli viaggiavano circa 80 persone, tra di loro molti turisti stranieri. La Procura di Lecce ha aperto un fascicolo d'inchiesta, le indagini sono state affidate ai carabinieri e alla polizia ferroviaria. Anche Ferrovie Sud Est, assorbita lo scorso gennaio in Fsi, e la Regione Puglia hanno avviato due indagini interne parallele.
IL BINARIO UNICO
Come nel resto della Puglia, anche sulla tratta Lecce-Zollino i treni viaggiano su un unico binario e la rete ferroviaria non dispone del sistema Scmt, cioè il computer che blocca i convogli che si ritrovano per errore sullo stesso binario. Esiste, però, il sistema conosciuto come conta assi: in sostanza, in caso di linea già impegnata da un treno, scatta il semaforo rosso per gli altri mezzi. Fse assicura che dalle loro verifiche ieri pomeriggio il semaforo era funzionante.
Il secondo grave incidente ferroviario in Puglia a distanza di nemmeno un anno ha scatenato un mare di polemiche. Il M5S ha chiesto le dimissioni immediate dell'assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini, che a sua volta - se l'è presa con l'azienda di trasporti che « ha utilizzato solo in minima parte» i 36 milioni assegnati (nell'ambito di 83 complessivi per la sicurezza ferroviaria) per il montaggio degli Scmt a bordo treno e a terra». Dal canto suo, la nuova direzione di Fse sottolinea che questa è una situazione ereditata: Ferrovie Sud Est era sino a gennaio scorso sull'orlo del fallimento, affossata da oltre 250 milioni di euro di debiti. Poi, è intervenuta Fsi, che ha assorbito l'azienda pugliese e ha avviato alcuni investimenti, tra questi l'installazione del Scmt. L'opera di ammodernamento, però, è iniziata dal nodo di Bari e solamente in una seconda fase arriverà in Salento: secondo le previsioni di Fse tutte le linee saranno attrezzate entro la fine del 2019.

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